«Privati negli atenei, non è uno scandalo»
Gelmini: «Aprire le università. La meritocrazia è il modo per dare pari opportunità»
MILANO - «In tutto il mondo non è uno scandalo coinvolgere mondi privati» nell'università. Lo ha sottolineato il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini ribadendo che il governo «non ha in testa la privatizzazione dell'università o l'idea di svilire la sua connotazione pubblica». «Il governo - ha spiegato il ministro in un'intervista radiofonica - ha l'intenzione di rendere l'università non autoreferenziale, non chiusa, ma aprirla al territorio, al contributo di tutti». Avere inserito nel cda la possibilità «che ci sia un numero limitato di esponenti provenienti da altri mondi è un beneficio per tutti» ha aggiunto il ministro facendo riferimento al contributo di imprese, fondazioni bancarie, associazioni di categoria. «Abbiamo la necessità di mescolare il pubblico e il privato e puntare sull'efficienza, ma anche su un ricambio generazionale» ha osservato Mariastella Gelmini secondo la quale «il connubio tra impresa e ricerca rende più competitivo il Paese».
MERITOCRAZIA - La meritocrazia «è l'unico modo per rendere il nostro Paese veramente egualitario e per dare pari opportunità» ha poi aggiunto la Gelmini. «Oggi il nostro Paese è forse tra i più diseguali e questo - ha ricordato il ministro dell'Istruzione - è il frutto di rendite di posizione, di privilegi, di sprechi a cui chi ne ha beneficiato non intende rinunciare. Però l'interesse dei giovani sta da un'altra parte. Lei può essere d'accordo con un'università in cui uno rimane rettore per 20, 25 anni? Io penso che sia un' incrostazione del sistema che non produce merito, non produce opportunità per i giovani, ma solo clientele, privilegi per pochi, invece noi abbiamo bisogno non di parlare di giovani ma di aiutarli concretamente e questo lo si fa sposando il cambiamento e non la difesa dello status quo».