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Primaria e infanzia a rischio

Dipende dall'area di classificazione Covid della regione

03/11/2020
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ItaliaOggi

Alessandra Ricciardi e Caro Forte

Parlamento e governo questa volta vanno di pari passi nel declinare le nuove regole del dpcm per contrastare la diffusione dell'epidemia. Ieri è stata approvata alla Camera la risoluzione di maggioranza (6-148) che chiede all'esecutivo di garantire nelle aree territoriali in cui la soglia dell'indice Rt non risulti fuori controllo la didattica in presenza, con particolare riferimento «ai nidi, alle scuole per l'infanzia, alla scuola primaria e secondaria di primo grado, assicurando nel contempo screening periodici e tamponi veloci al personale scolastico e agli alunni». È implicito però che anche medie e primaria possano passare alla Dad, se la curva dei contagi dovesse essere fuori controllo come già accade in alcune realtà. La risoluzione è stata presentata dai capigruppo dei partiti della maggioranza che sostiene il governo: Davide Crippa (M5s), Graziano Delrio (Pd), Maria Elena Boschi (Iv), Federico Fornaro (Leu), Bruno Tabacci (CD, RI, +Europa), Antonio Tasso (Maie) e Renate Gebard (Minoranze linguistiche). Il documento evidenzia, da una parte, la necessità per il governo di valutare l'adozione di misure restrittive valide per tutto il territorio nazionale a seguito del peggioramento dell'emergenza sanitaria. E dall'altra parte, l'opportunità di prevedere l'applicazione di provvedimenti restrittivi automatici a livello regionale, provinciale e comunale, qualora dovessero verificarsi particolari criticità.

Ed è quanto il governo si accinge a fare con il dpcm che dovrebbe essere firmato oggi dal presidente del consiglio Giuseppe Conte, dopo la nuova riunione del Cts prevista per il pomeriggio, dpcm che individua tre aree diverse di rischio. La linea è dunque quella di ricette differenziate sul territorio, in base all'indice di contagio e alla saturazione del servizio sanitario, in particolare delle terapie intensive. Eccezion fatte per alcune misure restrittive nazionali come il coprifuoco dopo le ore 21, il limite del 50% di capienza sui mezzi di trasporto, la chiusura dei centri commerciali nei fine settimana e la Dad alle superiori al 100% (era al 75%), tutte le altre misure dovrebbero essere modulate in base al livello di rischio. La stessa sopravvivenza delle lezioni in presenza per medie, primaria e infanzia dipende dagli indici.

Il dpcm crea dunque una cornice di regole, in base alle quali sarà poi il ministro della Salute, Roberto Speranza, a classificare i vari territori. Dando da un lato omogeneità di restrizioni a parità di condizioni sanitarie e dall'altro evitando che siano le regioni ad assumersi l'onere di dover decidere in autonomia. Ancora da definire la durata del nuovo regime previsto dal dpcm.

Già la risoluzione della maggioranza di ieri indica che l'individuazione delle misure da applicare dovrebbe essere effettuata incrociando l'indice Rt con la capienza delle strutture sanitarie con particolare riferimento ai posti in terapia intensiva. Così da collegare l'inasprimento delle misure restrittive, anche sulla scuola, al progressivo avvicinarsi della soglia critica di ricoveri, superata la quale il sistema sanitario non sarebbe più in grado di garantire i servizi all'utenza.

La risoluzione di maggioranza inoltre impegna l'esecutivo a potenziare le misure che consentono di analizzare i dati sui flussi di ingresso e uscita dei reparti del servizio sanitario, nonché la relativa capienza anche differenziata su base territoriale, «e a tracciare tempestivamente, in modo completo ed efficace, le catene di trasmissione, al fine di realizzare un adeguato apparato di prevenzione del contagio». Uno dei punti dolenti è stato proprio il sistema di tracciamento, rilevatosi del tutto inefficiente. Un altro dei dossier che torna centrale è quello dei trasporti, che negli orari di punta, in coincidenza con l'entrata e l'uscita da scuola, sono diventati diffusori del virus, con una gestione che si è rivelata fallimentare ai fini del contenimento del contagio. «Chiediamo che questo periodo di stop sia utilizzato per riorganizzare i trasporti e la sanità», dice Antonello Giannelli, presidente dell'associazione nazionale presidi, «così da riprendere le lezioni in presenza per tutti».


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