Presidi, valutazione senza voti
Oggi la firma del ministro Giannini. Chiamata diretta al bivio, vertice politico
Alessandra Ricciardi
Niente eccellente, molto buono, buono. Giudizi che ricordavano le pagelle degli studenti e che non saranno applicati ai dirigenti scolastici. A decidere il cambio è stato il ministro dell'istruzione, Stefania Giannini, nella direttiva sulla valutazione dei presidi che sarà firmata oggi.
Il provvedimento che manda in soffitta gli aumenti a pioggia ai dirigenti ha tenuto conto, nella versione definitiva, dei correttivi richiesti dal Consiglio superiore della pubblica istruzione nel suo parere (si veda ItaliaOggi di martedì scorso). A partire dai tre livelli salariali, la cui articolazione era stata contestata dal parlamentino della scuola perché rea di implicazioni valoriali che poco hanno a che vedere con la valutazione dei dirigenti in termini di efficienza ed efficacia dell'operato rispetto agli obiettivi fissati. Il Cspi aveva anche chiesto che i livelli di valutazione fossero definitivi con un'intesa nazionale, ed è una delle poche richieste a cui il ministro ha deciso di non dare seguito.
È la stessa direttiva a stabilire infatti le nuove definizioni dei livelli, sempre tre, per il salario accessorio: «pieno raggiungimento degli obiettivi», «avanzato raggiungimento», «buon raggiungimento». Una diversità lessicale che dovrebbe servire a garantire meglio i dirigenti e l'imparzialità di giudizio dei direttori regionali. Su questi ambiti va differenziato infatti un aumento di salario, fino al 30%, articolato a livello di contrattazione regionale.
Per quanto riguarda il «mancato raggiungimento degli obiettivi», il direttore scolastico regionale potrà decidere la messa disposizione del dirigente. Dopo tre anni di mancata assegnazione degli incarichi, potrebbe scattare anche il licenziamento. Un'ipotesi, quest'ultima, che al dicastero di viale Trastevere considerano del tutto residuale, visto che i dirigenti hanno già superato un periodo di prova all'atto dell'immissione.
Quando ad agosto i presidi firmeranno il loro contratto troveranno inseriti nel documento gli obiettivi di miglioramento che saranno di tre tipi: quelli generali individuati dal ministero, quelli legati alle specificità del territorio individuati dalle direzioni regionali e gli obiettivi specifici sulla scuola che deriveranno dal Rav, il rapporto di autovalutazione della scuola che il dirigente dovrà guidare. È in base a questi obiettivi che saranno poi valutati. «La valutazione del dirigente si svolge con cadenza annuale», declina il Cspi, «nell'ambito del relativo incarico triennale, con particolare attenzione alle azioni direttamente riconducibili all'operato del dirigente scolastico in relazione al perseguimento delle priorità e dei traguardi previsti nel Rav e nel piano di miglioramento dell'istituzione scolastica».