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Presidi meno forti e aperture ai precari le modifiche per disinnescare la rivolta

Per il premier la vertenza dei docenti «si può sistemare». Maglie più larghe per le assunzioni.I leader di Cgil, Cisl e Uil invitati in audizione al Senato. Il ministro Boschi: «Non c’è chiusura».

05/05/2015
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Il Messaggero

ROMA Nessun dietrofront. Si va avanti. Ma senza il muro contro muro. Il ddl “La buona scuola” è un libro ancora aperto agli aggiustamenti e alle correzioni. Per dirlo con le parole di Renzi andrà prima «sistemato» e poi «approvato». Un’operazione in due tempi quindi che allunga la fase d’ascolto e apre al dialogo nel giorno in cui i docenti scioperano e scendono in piazza contro la riforma.
L’INVITO
Il primo segnale di distensione lo ha lanciato ieri il presidente della commissione Cultura di palazzo Madama, il senatore Andrea Marcucci, renziano doc. Dal blog dell’Huffington post ha lanciato l’invito ai segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil, Camusso, Furlan e Barbagallo a venire in audizione in Senato. Iniziativa non concordata con i colleghi della Camera ma destinata comunque a svelenire il clima. Sennoché in serata a rimettere in circolo i vecchi veleni è arrivata la lettera aperta di Fassina, Civati e D’Attore, tre esponenti della minoranza dem per annunciare che oggi saranno in piazza «con la scuola che sciopera». I tre dissidenti, preso atto che «ai fash-mob organizzati la settimana scorsa in tutta Italia hanno partecipato migliaia di studenti», hanno rivolto un appello al governo «perché faccia un decreto per i precari».
In realtà che si arrivi a un decreto salva-precari è molto improbabile ma di sicuro sulla scuola il metodo-Renzi - o la va o la spacca -non verrà applicato. A confermarlo è stata ieri anche il ministro delle Riforme Elena Boschi. «Sulla riforma della scuola «non c'è un »prendere o lasciare», ha detto il ministro ospite a “Otto e Mezzo” su La 7, «se ci sono modifiche da fare, le faremo, non c'è chiusura totale». e Maria Coscia, la deputata pd relatrice del ddl aggiunge, «stiamo valutando tutte le proposte e siamo disponibili ad ascoltare le critiche per migliorare il testo».
L’agenda è già scritta. L'Aula ha approvato ieri la proposta della presidente Laura Boldrini. La discussione sul provvedimento inizierà il 15 maggio per arrivare martedì 19 maggio all’approvazione in prima lettura del disegno di legge, (dando per scontato l’uso della tagliola). La riforma legge passerà quindi al Senato ma prima ci saranno le regionali. Uno dei punti su cui ci sarebbe «ampia disponibilità» è il ridimensionamento del potere dei presidi. Il dirigente scolastico proporrà l’offerta triennale, il collegio dei docenti la formulerà e il Consiglio d’istituto l’approverà. Nel processo decisionale entreranno tutte le componenti della scuola, compresi gli studenti (per le scuole superiori). Un altro punto in cui il testo di legge è cambiato riguarda la progressione di carriera dei docenti. Resterà collegata all’anzianità (nella versione originale gli scatti degli stipendi erano collegati per il 70% alla valutazione). In aggiunta ci sarà la possibilità di avere una «riconoscimento professionale specifico».
L’ASSIST
Il governo metterà sul piatto 200 milioni di euro da assegnare in base a criteri meritocratici da un comitato di valutazione formato dal dirigente, 2 docenti, 2 genitori e 1 rappresentante degli studenti. Chi ha già ricevuto incarichi annuali per più di 36 mesi potrà aspirare a una nuova nomina senza incorrere nelle procedure d’infrazione Ue. E qualcosa potrebbe cambiare anche nella valutazione dei titoli per chi parteciperà al concorso riservato agli abilitati. Un assist ai precari di lungo corso?
Claudio Marincola


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