Presidi, Boldrini bacchetta Renzi
Non si capisce come faranno a scegliersi gli insegnanti. Buona scuola, il servizio studi della camera denuncia norme confuse e un sistema non funzionale
Antimo Di Geronimo
Il Servizio studi della camera dei deputati bacchetta Renzi: il disegno di legge sulla scuola non è chiaro quando parla delle nuove competenze dei dirigenti scolastici. Nelle schede di lettura al disegno di legge AC 2994, i tecnici di Laura Boldrini lamentano che non si riesce a capire come faranno i presidi ad accaparrarsi i docenti che gli piacciono di più.
In pratica non si riesce a capire se sarà cancellata la figura del docente di ruolo e diventeranno tutti supplenti oppure no. E bisognerebbe che il legislatore spiegasse come faranno a farla franca gli insegnanti di ruolo che si rassegneranno a non chiedere più il trasferimento. Inoltre, sempre secondo il servizio studi, non va bene consentire ai dirigenti di utilizzare i docenti per l'insegnamento di qualsiasi materia: per lo meno bisognerebbe specificare che, per essere utilizzati in discipline diverse dalla propria, i docenti dovrebbero almeno possedere il titolo di studio di accesso. Infine, sempre secondo i tecnici della camera, la possibilità conferita ai dirigenti di derogare il numero minimo e massimo degli alunni nelle classi deve comunque fare i conti con le disposizioni di legge. E dunque, le eventuali deroghe dovrebbero comunque rimanere nell'ambito del 10% in più o in meno rispetto ai parametri ordinari.
Per non parlare poi della precarizzazione dei docenti di ruolo. Sulla questione degli incarichi triennali ai docenti di ruolo, gli esperti della camera spiegano che, per la copertura dei posti assegnati all'istituzione scolastica, il dirigente scolastico dovrà proporre incarichi di docenza di durata triennale rinnovabili ai docenti iscritti negli albi territoriali e al personale docente di ruolo già in servizio presso altra istituzione scolastica. Tale facoltà, dunque, potrà essere esercitata anche nei confronti di docenti di ruolo che non abbiano presentano la domanda di trasferimento. Pertanto, bisognerebbe esplicitare quale sarà la posizione giuridica dei di tali docenti, qualora dovessero accettare l'incarico pur non avendo presentano la domanda di trasferimento e se possano essere fatti oggetto delle eventuali proposte di incarico da parte dei dirigenti. Infine, «con riguardo all'istituto di attribuzione degli incarichi da parte del dirigente», argomentano i tecnici di Montecitorio «sembrerebbe necessario chiarire come si coordini la previsione in base alla quale sono attribuiti incarichi a tempo determinato – seppur rinnovabili – con la previsione che destinatario di tali incarichi risulti personale assunto a tempo indeterminato (neoassunti ma anche personale già di ruolo)».
E poi, se il docente piace a più dirigenti? Spiegano i tecnici della camera: «Al fine di evitare eventuali criticità in fase applicativa - ad esempio, dal punto di vista del coordinamento fra il dirigente scolastico che propone l'incarico e il dirigente dell'istituzione scolastica presso la quale il docente è già in servizio - appare opportuno un chiarimento». Il disegno di legge, infatti, non prevede alcun diritto di prelazione in capo al dirigente della scuola dove il docente presta attualmente servizio. In buona sostanza, dunque, all'inizio di ogni anno scolastico si potrebbe verificare una sorta di situazione da mercato rionale in cui i presidi dovrebbero fare a gara a chi arriva prima.
Siccome lo stipendio sarebbe uguale dappertutto, ancora una volta, a fare la differenza sarebbe la vicinanza a casa e, non ultima, la capacità del dirigente scolastico di piacere ai docenti a cui indirizza la proposta.
Perché se di proposta si tratta (e questa sembrerebbe l'unica certezza) i docenti con maggiore capacità di seduzione potranno scegliere quale accettare.
Quelli con meno appeal dovranno accontentarsi di quello che resta. Idem i dirigenti le cui proposte saranno rifiutate.