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Prepariamoci al dopo Gelmini

Su questa lunghezza d’onda stanno muovendosi gli Stati Generali della Conoscenza

24/06/2011
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ScuolaOggi

di Fabrizio Dacrema

I recenti risultati elettorali ci dicono chiaramente che una fase politica è ormai alla fine.
Quali che siano i tempi della transizione, questo governo, ormai ridotto al galleggiamento
balneare, ha imboccato la strada del declino irreversibile. Il vento del cambiamento vede protagonisti soggetti e temi che sono stati al centro delle mobilitazioni contro le politiche del governo su scuola, università e ricerca.

Dobbiamo prepararci al dopo Gelmini, consapevoli che ci attende un’opera di ricostruzione
profonda in un contesto molto difficile, segnato da una quadro finanziario pesante (prevista
una manovra da 40/45 miliardi entro il 2014) e da una situazione politica ancora priva di
una chiara alternativa pronta a prendere le redini del governo.
Elezioni comunali e referendum ci insegnano che si vince dove e quando si realizza
una vera e propria riattivazione sociale e politica dei cittadini attorno proposte realmente
condivise, costruite attraverso il confronto e la partecipazione attiva.
Su questa lunghezza d’onda stanno muovendosi gli Stati Generali della Conoscenza
(www.statigeneralidellaconoscenza.it), nati dall’intuizione che in questa fase è prioritario
dare voce ai protagonisti di scuola, università e ricerca e ai soggetti interessati alla loro
funzione sociale e civile. Un’apertura essenziale alla partecipazione e al confronto che ha
unito nel Comitato Promotore oltre 30 organizzazioni (nel blog è reperibile il documento di
base con i soggetti che lo hanno sottoscritto) e ha permesso di far prevalere le capacità di
ricomporre, tenere assieme, fare rete, oltre gli steccati e le divisioni.
Queste scelte spiegano il successo del primo appuntamento nazionale degli Stati
Generali della Conoscenza, tenuto a Roma il 17 e 18 maggio scorsi, che ha visto una
partecipazione superiore alle più ottimistiche previsioni: più di 800 le persone (studenti,
docenti, ricercatori, lavoratrici e lavoratori precari della conoscenza, dottorandi, genitori
insieme ai rappresentanti di associazioni impegnate nella cultura e nel sociale) sono state
presenti a entrambe le giornate, partecipando ai lavori in plenaria e ai seminari.
L’ampia partecipazione e la ricchezza dei punti di vista che si sono espressi nel corso
delle due giornate di lavoro hanno prodotto una prima elaborazione sullo stato della
conoscenza del nostro paese e sulle prospettive di cambiamento.
Si tratta ora di proseguire il percorso e di ampliare le alleanze sociali sul tema della
centralità della conoscenza. Si deve sviluppare il nucleo propositivo iniziale, contenuto nel
documento di base e nei report dei seminari, attraverso iniziative articolate, tematiche e/o
decentrate, finalizzate ad approfondire i nodi individuati e a definire proposte e azioni utili.
Le iniziative si svilupperanno fino all'autunno e vedranno il coinvolgimento delle
organizzazioni promotrici presenti nelle diverse realtà. Successivamente il Comitato
promotore nazionale farà convergere elaborazioni e proposte in un altro appuntamento
nazionale con l’obiettivo di mettere in campo una piattaforma condivisa sui temi della
conoscenza.
Emerge l’esigenza di una nuova visione sui temi della conoscenza, fondata sulla
consapevolezza che oggi il diritto al sapere è il diritto di ogni persona ad apprendere lungo
tutto il corso della vita. L’apprendimento permanente è sempre più la chiave di accesso
ai principali diritti di cittadinanza (dal lavoro alla partecipazione attiva alla vita politica)
e lo strumento per fronteggiare i problemi della modernità (dall’innovazione continua
all’intercultura).
L’apprendimento permanente è anche la nuova prospettiva per ripensare i sistemi
formativi. La formazione iniziale non può più essere considerata un percorso esaustivo cui
seguono aggiornamenti nel corso della vita adulta. Le conoscenze aumentano in modo
straordinario e mutano sempre più velocemente, le competenze deperiscono rapidamente.
Solo l’apprendimento permanente permette di non trovarsi nel corso della vita privi del
bagaglio di competenze sufficienti per orientarsi nella complessità sociale, per trovare e
tenere un lavoro o per riconvertire la propria professionalità.
Il primo compito della formazione iniziale diventa allora assicurare a tutti la capacità di
apprendere per tutto il corso della vita, una formazione culturale di base che attivi in ogni
persona un’autonoma capacità di apprendere.
I lavori del Forum Nazionale degli Stati Generali della Conoscenza si sono poi sviluppati
lungo quattro direttrici di cambiamento:
• potenziare gli strumenti del diritto allo studio: legge quadro e definizione dei
livelli essenziali di prestazione, piano straordinario per l’edilizia scolastica,
case dello studente, strutture universitarie e per la ricerca pubblica, nuovi
strumenti universali di welfare (contributi economici e servizi pubblici) capaci
di sostenere l’effettivo accesso ai saperi e alla cultura, politiche di welfare
universalistiche contro la precarietà lavorativa;
• costruire sistemi pubblici, integrati e decentrati, che valorizzino l’autonomia
delle istituzioni della conoscenza e ne favoriscano l’interazione con le
autonomie locali e i soggetti sociali: reti tra i soggetti coinvolti nei processi
formativi, legge quadro per l’apprendimento permanente, certificazione delle
competenze comunque acquisite;
• cambiare il modo di fare scuola: attivazione dei soggetti che apprendono,
didattica laboratoriale, sviluppo di competenze attraverso la soluzione
di “compiti di realtà”, profonda revisione dei curricoli, ricerca didattica,
formazione iniziale e continua degli insegnanti, valutazione di sistema;
• promuovere politiche formative che assicurino ad ogni persona una solida
formazione culturale di base e professionale e che puntino all’innalzamento
diffuso dei livelli di istruzione e formazione per superare il deficit cognitivo del
sistema produttivo italiano e per promuovere qualità e innovazione.
Su questi temi le oltre trenta organizzazioni che hanno promosso gli Stati Generali della
Conoscenza continueranno il lavoro comune di ricerca ed elaborazione nella convinzione
che non esistono autosufficienze, specie se l’obiettivo non è la sola testimonianza, ma
l’avvio di un effettivo processo di cambiamento. Occorrono convergenze e alleanze, le
forze interessate alla ricostruzione della scuola pubblica devono realizzare la “massa
critica” sufficiente a vincere le resistenze al cambiamento. Una nuova convergenza delle
forze sociali sui temi della conoscenza sembra il modo per riuscire a spostare il baricentro
dell’interesse pubblico più sui temi del futuro e delle prospettive delle nuove generazioni,
in un contesto dove stanno prevalendo gli interessi a breve, sia in campo economico che
politico.


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