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"Preghi che non sia io a doverlo valutare” Minaccia preside su Fb ispettore nella bufera

I sindacati: “Un gesto gravissimo”. Il funzionario si scusa: “Ma quella frase è stata mal interpretata”

27/08/2016
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la Repubblica
MILANO.
Una frase pesante, pubblicata sulla propria pagina Facebook da un ispettore del ministero dell’Istruzione e rivolta a un preside di scuola superiore. «Se è credente preghi, ma molto, che io non sia chiamato a valutarlo ». Protagonista della vicenda è Max Bruschi, funzionario a contratto della Direzione scolastica lombarda e già consigliere di Mariastella Gelmini quando era ministra dell’Istruzione.
L’esternazione, percepita come minaccia a un collega, ha provocato la reazione indignata di centinaia di dirigenti scolastici in tutta Italia. I presidi hanno parlato di «attacco infimo» e di «incredibile bassezza», prima su Facebook, poi nelle assemblee virtuali di Anp e Dirigentiscuola, due delle maggiori associazioni a livello nazionale. Le sigle — cui si sono aggiunti i sindacati della scuola — hanno chiesto al ministero d’ intervenire per «riprendere e sanzionare » Bruschi, per quello che considerano «un comportamento gravissimo» dettato da «ipertrofico egocentrismo», con le parole di Attilio Fratta, segretario generale di Dirigentiscuola.
La Direzione scolastica regionale della Lombardia, dalla quale Bruschi dipende, gli ha scritto chiedendogli di presentare una relazione scritta sull’accaduto, primo passo verso un probabile procedimento disciplinare.
Bruschi, che su Facebook è seguito da quasi 20mila persone (molte delle quali presidi e insegnanti), lo scorso 19 agosto ha attaccato un dirigente di liceo per un presunto errore che questi avrebbe fatto nel convocare i docenti per l’anno scolastico che comincerà fra due settimane. Un errore burocratico: il preside avrebbe erroneamente distinto fra gli insegnanti chiamati a tenere lezioni in classe e quelli deputati a lezioni di sostegno e altre attività, mentre secondo le ultime circolari esplicative della legge 107 (la cosiddetta “Buona scuola”, approvata nel luglio 2015), tale distinzione formalmente non esiste. «È inaccettabile che un ispettore arrivi a minacciare un preside per un errore lieve, frutto di una normativa poco chiara — dice Lena Gissi, segretario generale di Cisl scuola, sindacato forte fra i presidi — ed è vergognoso che lo faccia su Facebook».
Bruschi, che come ispettore potrebbe prendere parte alle commissioni di valutazione che giudicano la performance dei dirigenti scolastici, si difende: «La mia frase, di cui mi sono scusato, voleva essere un’iperbole ed è stata male interpretata». Quanto al fatto che l’ispettore abbia sceltro Facebook per comunicare, il funzionario con un passato in Forza Italia spiega: «La mia pagina è una bussola per chi vuole capire di più sulla tortuosa normativa scolastica. Mai mi sono pronunciato in quella sede su ispezioni in corso ».
Lo stipendio dei dirigenti scolastici è composto da una base di circa 2.300 euro netti al mese, integrata da una quota variabile in base alla fascia di merito in cui ogni preside viene collocato dalla commissione di valutazione. Questa “componente mobile” varia fra i 400 e gli 800 euro mensili.
Il tema della valutazione nella scuola assume particolare rilevanza perché, come previsto dalla legge 107, anche ai docenti vengono riconosciuti “bonus” in base alla valutazione fatta in ogni scuola da comitati cui partecipano docenti, genitori, preside e studenti (questi ultimi solo alle superiori). Già lo scorso anno scolastico, agli insegnanti sono state riconosciute “quote di merito”, con forti polemiche per la carenza di fondi e per la scarsa chiarezza sui criteri con cui le scuole le hanno assegnate.
Per il direttore scolastico regionale della Lombardia, Delia Campanelli, «a ogni livello, la valutazione deve basarsi su criteri d’imparzialità. Anche per questo, abbiamo deciso di chiedere all’ispettore una relazione su quanto accaduto».

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