Pon estate, domande da 6 scuole su 10
Boom di cpia, le paritarie solo il 5%
Angela Iuliano
Sono arrivate 5.888 candidature al Piano Scuola Estate per oltre 400 milioni di euro (a disposizione ve ne sono 320 di milioni). Hanno fatto domanda 5.162 scuole statali, 667 paritarie e 50 Centri per l'istruzione degli adulti (Cpia). «Da parte delle scuole c'è stata una partecipazione davvero importante», sottolinea il ministro dell'istruzione Patrizio Bianchi. Tuttavia, il bilancio delle richieste arrivate al suo dicastero entro il 21 maggio, descrive un vero flop. I numeri sono impietosi: ha aderito solo 63,08% delle 8.183 istituzioni scolastiche statali e circa 37% non sarebbe interessato. Nel dettaglio hanno fatto domande 5.162 scuole statali sulle 8.054 totali, 59 Cpia, cioè il 38,76% dei Cpia, un record. E 667 paritarie, appena il 5,31% dei 12.564 istituti paritari.
Una Caporetto se paragonato alle precedenti esperienze di scuole aperte d'estate #Scuolealcentro delle ministre dell'istruzione Stefania Giannini e Valeria Fedeli, che, utilizzando a loro volta i fondi Pon, però miravano a raggiungere il 72,4% delle scuole, a differenza del Piano Esatte di Bianchi che punta a tutte le scuole. Di fatto il progetto precedente raggiunse circa la metà di tutte le scuole, il 55,95%. Quello di Bianchi fa poco meglio: il 63,08%. Ma adesso siamo alla fine di un interno anno scolastico sotto l'emergenza epidemiologica da covid-19. Nonostante le battaglie di genitori e docenti contro la Dad, la mancanza di socializzazione dei ragazzi in questo anno scolastico di pandemia e restrizioni, necessità urgente di recuperare ritardi e lacune negli apprendimenti, i rischi dispersione scolastica e povertà educativa.
Le criticità c'erano tutte fin dall'ideazione del Piano Estate, evidenziate più volte anche sulle pagine di ItaliaOggi. L'allarme proprio per le superiori, quelle che più hanno sofferto le conseguenze della pandemia nel loro percorso scolastico. Qui la risposta sembra molto tiepida. «L'80% delle famiglie dei ragazzi che frequentano le scuole superiori, dato che riflette quello nazionale, non è interessato alle attività estive», spiega Erica Cassetta, segretario regionale Cisl Scuola Umbria. «Questo, probabilmente, spingerà molti istituti superiori a non attivare i corsi estivi. La Dad è stata molto più faticosa di quanto si possa immaginare sia per gli studenti che per gli insegnanti. I ragazzi delle superiori non vedono di buon occhio queste attività estive, seppur proposte nell'ottica di una maggiore socializzazione».