Pnrr e istruzione: più fondi per la Dad. Dimezzati quelli per le borse di studio
Dagli asili nido, all’orientamento e alla formazione degli insegnanti; dagli Its alle mense: tutte le misure che riguardano il mono della scuola e dell’università
Meno fondi per gli alloggi, di più per la Dad
Sono oltre 19 miliardi, per precisione 19 miliardi e 44 milioni, i fondi del Pnrr destinati all’universo giovanile con interventi che partono dagli asili nido e arrivano fino all’università. A questi si aggiungono gli interventi per il mondo della ricerca per altri 11,44 miliardi. «Gli interventi principali - elenca il premier Mario Draghi- riguardano: il miglioramento qualitativo e ampliamento quantitativo dei servizi di istruzione, a partire dal rafforzamento dell’offerta di asili nido, scuole materne e servizi di educazione e cura per la prima infanzia; lo sviluppo e il rafforzamento dell’istruzione professionalizzante, i processi di reclutamento e di formazione degli insegnanti, il potenziamento e l’ammodernamento delle infrastrutture scolastiche, ad esempio con il cablaggio interno di circa 40.000 edifici scolastici, la riforma e l’ampliamento dei dottorati, il rafforzamento della ricerca e la diffusione di modelli innovativi per la ricerca di base e applicata condotta in sinergia tra università e imprese, il sostegno ai processi di innovazione e trasferimento tecnologico». Sono poche le modifiche rispetto al progetto iniziale con due eccezioni: raddoppiano i fondi per formare gli insegnanti alla Dad e si dimezzano quelli per le borse di studio. Ecco gli interventi nel dettaglio.
Nidi, materne e infanzia
La posta più ricca riguarda i servizi per la prima infanzia e gli asili nido e le scuole materne: per aumentare la diffusione dei progetti per i più piccoli sono previsti 4,6 miliardi di euro. Consentiranno di creare 228.000 posti.
utti i fondi per la scuola
Un miliardo e mezzo è a disposizione delle scuole per ridurre il divario territoriale nella scuola primaria e secondaria e dovrebbe essere usato per tutti quei progetti che servono per le zone in situazione di massima allerta per la dispersione scolastica: oltre ad una formazione apposita per gli insegnanti sono previsti servizi di «mentoring» per gli studenti che sono usciti dal sistema scolastico senza diploma. Un miliardo e cento milioni vanno invece per «sviluppare i nuovi linguaggi e le nuove competenze». Rispetto al Piano Conte, scompare il riferimento allo sviluppo delle materie Stem, dunque i fondi possono essere usati in modo più generale per incidere sul curriculum degli studenti. Quasi un miliardo invece è previsto per le politiche per l’aumento del tempo pieno - soprattutto al Sud dove è molto limitato - e per il piano mense e palestre: saranno ristrutturati gli spazi per offrire il servizio mensa in 1000 edifici.
La formazione dei prof per la Didattica a distanza
Sono 800 i milioni che il governo intende stanziare per la formazione al digitale degli insegnanti : serviranno a garantire una migliore didattica digitale integrata se ce ne sarà bisogno nei prossimi anni. I fondi sono quasi raddoppiati rispetto ai 420 milioni inizialmente previsti.
L’orientamento
Duecentocinquanta milioni serviranno invece per interventi di orientamento tra le scuole superiori e l’università: si tratta di corsi tenuti da professori universitari e coordinati da prof di licei e istituti tecnici agli studenti delle ultime due classi per un totale di 30 ore durante l’anno scolastico.
La stangata sulle borse di studio
Per quanto riguarda gli studenti universitari i pilastri del Pnrr sono due: ci sono 960 milioni per lo sviluppo dell’edilizia per gli alloggi studenteschi (era un miliardo nel Pnrr di Conte) e 500 milioni per l’aumento delle borse di studio: questa è la posta che perde quasi la metà dei fondi(-400 milioni) rispetto al progetto del precedente governo. Le borse comunque oltre ad aumentare di numero dovrebbero diventare più sostanziose mettendo a disposizione dei beneficiari fino a 700 euro in più. L’incremento delle borse di studio è considerato da diversi studi come uno degli elementi fondamentali per aumentare l’accesso all’università.
Un miliardo e mezzo per gli Its
Un miliardo e mezzo per gli Its: sono questi i fondi previsti per il rilancio e la riforma degli Istituti tecnici superiori, che sono percorsi biennali di specializzazione post diploma di Maturità per i quali il Pnrr prevede di raddoppiare gli iscritti (al momento circa 15 mila) nel giro dei prossimi 5 anni. Per il mondo dell’istruzione terziaria, ilPnrr comprende anche 500 milioni per didattica e competenze universitarie avanzate; 650 milioni per il servizio civile universale; 600 milioni per progetti di giovani ricercatori; 600 milioni per sviluppare il sistema duale.