«Più merito», ecco il piano di Profumo
Lo studente dell’anno, la carta «IoMerito», le master class per i migliori della scuola. Proved’accesso all’Università. Tutte le novità del ddl che il ministro sta per presentare
Mariagrazia Gerina
Merito. La parola a cui il ministro Profumo sembra voler legare il suo passaggio a Viale Trastevere è di quelle che, nell’Italia del familismo e delle baronie, fanno sempre un certo effetto. Anche se non è proprio nuova. Anzi, è persino abusata. Chi l’ha preceduto, Mariastella Gelmini, per dire, del merito ha provato a farne addirittura una bandiera, nel bel mezzo di una sollevazione studentesca epocale. Mentre più di una generazione di giovani ricercatori si ritrovava di fatto espulsa in massa dalle università. E i più giovani studenti facevano i conti con le borse di studio negate anche agli aventi diritto. Ora il suo successore, Francesco Profumo, ci riprova. La prossima settimana, in Consiglio dei ministri, porterà un disegno di legge che, pure in regime di ristrettezze, si spinge a declinare il principio del merito a tutti i livelli possibili. Merito nelle scuole, nell’università, merito nella ricerca. Valorizzazione del sistema scolastico. Rafforzamento dell’attività di valutazione della ricerca. Ce ne è per tutti. Anche se quella che stiamo sfogliando è solo una «bozza», ancora suscettibile di modifiche. Un documento ufficioso, che sta circolando in queste ore in cerca di pareri e di cui l’Unità è venuta in possesso.
PREMIOALLOSTUDENTEDELL’ANNO Tra le novità, il tentativo di modificare, almeno nelle procedure, anche l’accesso all’università. Con «prove finalizzate all’accertamento della predisposizione per le discipline oggetto dei medesimi corsi», estese a tutte le facoltà, non solo a quelle a numero chiuso. La competizione deve essere il sale fin dai primi banchi di scuola. E allora ecco le Olimpiadi internazionali di matematica, informatica, fisica, chimica, scienze naturali, astronomia, filosofia. Ma anche, nazionali, di italiano e di lingue classiche. E poi il titolo di «studente dell’anno», da assegnare al più bravo. E le «master class» estive, riservate ai campioni che si saranno classificati ai primi tre posti delle varie Olimpiadi e competizioni rilanciate dal dl Profumo. Bisogna però arrivare all’articolo 15 per capire che i soldi per promuovere tutti i possibili incentivi al merito prospettati verranno presi dal solito fondo. Quello istituito nel 1997 per «l’ampliamento dell’offerta formativa e per gli interventi perequativi». Da lì si attingerà anche per finanziare la «carta» dal nome accattivante: «IoMerito ». Premio riservato a tutti quelli che si conquisteranno il titolo di «studente dell’anno». Superare la maturità con il massimo dei voti non basterà. Lo studente dell’anno dovrà essere uno solo, il più bravo.Esarà scelto da ogni singola scuola tra quanti avranno preso 100/100 e lode, «con criteri e modalità» che verranno definiti in un successivo decreto. Potrà avere una riduzione del 30 per cento sulle tasse universitarie. E un «borsellino elettronico», su cui potrà essere accreditata una borsa di studio aggiuntiva. La competizione, prima di tutto. Anche per le scuole, che saranno valutate in base ai successi degli alunni (ma conteranno anche i risultati ottenuti nel contrasto all’abbandono scolastico). E potranno ottenere risorse aggiuntive solo se vanteranno un certo numero di alunni che hanno preso parte alle Olimpiadi.
PROVED’ACCESSOALL’UNIVERSITÀ Ma nel ddl Profumo ce ne è anche per l’università. Una delle novità è che ci si potrà iscrivere contemporaneamente a due diversi corsi universitari, scuole e master compresi. Mentre l’articolo sull’«Orientamento e ammissione agli studi universitari» modifica la legge del 2 agosto 1999 che detta le «Norme inmaterie di accessi ai corsi universitari», introducendo di fatto delle prove d’accesso per tutte le facoltà. «L’iscrizione ai corsi di laurea è disposta dagli atenei previo svolgimento di prove finalizzate all’accertamento della predisposizione per le discipline oggetto dei corsi medesimi », si legge nella bozza. Le prove - prosegue - dovranno essere «relative a materie attinenti a dette discipline», definite «sulla base dei programmi della scuola secondaria superiore» e dovranno verificare anche le capacità di «ragionamento logico» e «comprensione di testi ». Le facoltà a numero chiuso restano però quelle già definite nelle legge del ‘99 - medicina, etc. E mentre per queste ultime il «superamento delle prove» è propedeutico all’ammissione, non si comprende bene quale sarà il valore delle prove d’ingresso per le altre facoltà
. LA COMMISSIONE PROFUMO Altra novità riguarderà i ricercatori. Sotto la rubrica: «Sperimentazione per la selezione di ricercatori» (Articolo 9), di fatto, il ddl Profumo riforma la non ancora attuata Riforma Gelmini. La legge 240, promulgata tra le proteste il 30 dicembre 2010, lasciava abbastanza indefinite le «procedure pubbliche di selezione » che i vari atenei dovevano adottare per reclutare i ricercatori a tempo determinato. Ora invece il disegno Profumo scandisce più chiaramente quali devono essere le «procedure di valutazione» da adottare per «valorizzare il merito». A selezionare i futuri ricercatori sarà una commissione nominata dal rettore e composta da quattro professori ordinari - due interni all’ateneo, due esterni sorteggiati - più un altro componente, anche questo sorteggiato ma da una lista di «studiosi o esperti» in servizio presso un ateneo di un paese Ocse. A loro il compito di individuare tra gli aspiranti «il candidato maggiormente meritevole » da segnalare al dipartimento, che decide a quel punto se assumerlo o meno. Alla voce «Misure per l’internazionalizzazione del sistema universitario», Profumo corregge in vari punti la legge 240, aggiungendo per esempio l’inglese dove serve. E introduce la possibilità di chiamata diretta «di studiosi che siano risultati vincitori» di un programma di ricerca di «alta qualificazione». Infine, le università straniere. Che potranno sbarcare in Italia a patto che attivino corsi, solo per i loro iscritti e solo sul «patrimonio letterario, giuridico, storico, artistico, monumentale e archeologico italiano ». Niente scuole di Economia, dunque, per esempio, niente Business School. Per quei campi, l’apertura internazionale alle università straniere può attendere.