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PENSIONI:SINDACATI,CORREGGERE DELEGA PER RIPRISTINO EQUITA'

La delega previdenziale va corretta profondamente per ''ripristinare le condizioni minime di equita' e per consentire una stesura rapida ed efficace dei decreti applicativi''. Cosi' si conclude il d...

01/07/2004
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La delega previdenziale va corretta profondamente per ''ripristinare le condizioni minime di equita' e per consentire una stesura rapida ed efficace dei decreti applicativi''. Cosi' si conclude il documento unitario che Cgil, Cisl e Uil hanno illustrato oggi alla Commissione Lavoro della Camera. Molti i 'no' alla riforma delle pensioni del governo contenuti nel documento sindacale, a cominciare dallo ''scalone'' che prevede dal 1 gennaio 2008 l'innalzamento a 60 anni del requisito per andare in pensione.Ecco, in sintesi, il documento
unitario di Cgil, Cisl e Uil consegnato oggi alla commissione Lavoro di Montecitorio.
*PREVIDENZA OBBLIGATORIA. I sindacati considerano una ''soluzione sbagliata'' l'innalzamento di tre anni, dal primo gennaio 2008, e di ulteriori due anni a regime (2010 þ 2014) del requisito minimo di accesso al pensionamento anticipato. In particolare, Cgil, Cisl e Uil non condividono il carattere obbligatorio della norma che e' ''in contrasto con i principi di liberalizzazione dell'eta' pensionabile contenuti nella legge Dini. Per i sindacati, inoltre, si cancellano, di fatto, le pensioni di anzianita' per le donne lavoratrici. Riguardo alla pensione unica di vecchiaia con il metodo contributivo, rilevano i sindacati, viene stravolto il metodo contributivo attraverso l'introduzione dell'eta' pensionabile minima di 65 anni per gli uomini e di 60 anni per le donne;di un'unica possibilita' di accesso al pensionamento anticipato, prima dell'eta' pensionabile, con la condizione congiunta di un'anzianita' contributiva minima di 35 anni e di un requisito anagrafico. Per le confederazioni, anche in questo caso, si tratta di una ''decisione sbagliata perche' abolisce il principio di liberalizzazione dell'eta' pensionabile sul quale si basa il contributivo, rendendolo rigido e penalizzante''.
Nel documento, i sindacati ribadiscono anche la loro contrarieta' alla decisione sperimentale di consentire alle donne lavoratrici l'accesso al pensionamento anticipato con gli attuali requisiti, ricalcolando pero' la pensione interamente con il metodo contributivo. Cgil, Cisl e Uil rilevano come il ricalcolo col metodo contributivo di tutta la carriera determina una riduzione consistente (fino al 50%) dell'importo della pensione. La delega - e' scritto ancora nel documento - non prevede alcun intervento di riequilibrio dei contributi, venendo meno all'impegno del governo di innalzare l'aliquota contributiva del lavoro autonomo.
*PREVIDENZA COMPLEMENTARE. I sindacati ribadiscono che deve essere prevista una destinazione prioritaria del tfr alle forme negoziali. Le confederazioni considerano positiva la regola che salvaguarda la liberta' del singolo nella scelta della forma pensionistica complementare, ma dicono 'no' all'equiparazione indicata tra le diverse forme di previdenza complementare (fondi negoziali, fondi aperti, piani pensionistici individuali) perche' si mettono sullo stesso piano soggetti e prodotti difficilmente equiparabili.
*TESTO UNICO. La legge delega - rilevano i sindacati - consente al Governo, all'atto della stesura del testo Unico in materia previdenziale, di modificare ulteriormente nel merito livelli e qualita' delle aliquote contributive delle prestazioni pensionistiche.
*VERIFICA CON LE PARTI SOCIALI. I sindacati ricordano, infine, che in occasione del confronto conclusivo con le parti sociali, il Governo si era impegnato ad abolire la verifica prevista per il 2005 dalla legge Dini. A tale fine avrebbe dovuto presentare un emendamento abrogativo. In sostanza, i sindacati avvertono il governo che se sara' approvata ora la riforma non saranno disponibili alla verifica del 2005 perche' - e' la loro posizione - non e' possibile immaginare una nuova riforma tra sei mesi.


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