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PENSIONI/ETA' E COEFFICIENTI,DRAGHI NON CONVINCE SINDACATI

Ma Cgil, Cisl e Uil aprono su base modifica parametri calcolo

01/06/2007
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Roma, 31 mag. (Apcom) - La ricetta del governatore della Banca d'Italia sulle pensioni non piace ai sindacati. L'innalzamento dell'età e il taglio dei coefficienti, invocati da Mario Draghi nelle Considerazioni finali, sono un boccone difficile da mandare giù per Cgil, Cisl e Uil.

I leader delle tre confederazioni osservano che questa parte della relazione non coincide con le opinioni del sindacato. E aggiungono che i veri nodi del sistema previdenziale, da affrontare alla ripresa del tavolo di concertazione tra Governo e parti sociali, sono altri: rivalutazione delle pensioni in essere, partendo da quelle più basse, e giovani.

Ma a far discutere è anche l'idea lanciata dal governatore di Bankitalia di "valutare, compatibilmente con l'equilibrio dei conti pubblici, lo spostamento verso la previdenza complementare, su base volontaria, di una quota limitata della contribuzione destinata alla previdenza pubblica". Parole che il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, bolla come "molto, molto ardite".

La strada indicata da Draghi per garantire un equilibrio duraturo è semplice. "E' necessario accrescere nel tempo l'età media effettiva di pensionamento - suggerisce - anche per mantenere un livello adeguato dei trattamenti. E si deve applicare l'impianto del regime introdotto nel 1995. Un'applicazione rigorosa e tempestiva dei meccanismi di riequilibrio previsti dall'attuale normativa è essenziale". Rinviare il confronto su questi temi, avverte Draghi, implica dei costi in termini di "mancata crescita" e "minori consumi".

Un messaggio, questo, indirizzato in particolar modo all'esecutivo, la cui replica è affidata al ministro del Lavoro. "Per quanto riguarda il problema che Draghi pone - dice Cesare Damiano - il Governo ha già indicato al tavolo di concertazione il cammino da intraprendere". Damiano conferma che l'obiettivo è ammorbidire lo'scalone', previsto dalla riforma Maroni, con una serie di 'scalini'.

Quanto ai coefficienti: "Crediamo nella Dini e vogliamo applicarla". Il responsabile del Lavoro poi precisa: Abbiamo proposto un confronto sui dati". In sostanza, all'ordine del giorno sarà posta la questione dei parametri di calcolo dei coefficienti secondo l'andamento dei flussi migratori, l'allungamento delle aspettative di vita e la crescita del lavoro flessibile.

Parole, quelle di Damiano, che i sindacati sono pronti a sottoscrivere. "Il governatore ha detto di applicare i coefficienti - spiega Epifani -ma noi non è che non vogliamo applicarli. Intendiamo poterli rivedere e renderli più intelligenti, perchè così come sono penalizzano troppo i giovani che domani andranno in pensione". Insomma se non proprio un'apertura, quasi.

E a non chiudere la porta sono anche Cisl e Uil. "E' un'opinione di cui terremo conto - dichiara il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni - è prematuro discutere. Spero al più presto che ci sia la convocazione. Discuteremo le proposte al tavolo". Mentre il numero uno della Uil, Luigi Angeletti, conferma: "Il vero problema è che i coefficienti devono essere cambiati per renderli più realistici. Quelli attuali sono assolutamente infondati". Infine, l'Ugl sottolinea che la discussione sui coefficienti "ignora il fatto che abbiamo una generazione di pensionati sempre più poveri".


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