Pdl: inchiesta su libri di testo "comunisti" . Gelmini: "Il problema esiste"
Prima firmataria Gabriella Carlucci: "Gettano fango su Berlusconi, si crei una commissione". Il ministro: valuteremo la proposta. Il Pd: "Parlano di libertà e non sopportano la libertà e l'autonomia d'insegnamento sancita dalla Costituzione". L'Unione degli studenti: "Censura di stampo fascista"
ROMA - Il Pdl critica i testi scolastici, specie quelli di storia, colpevoli di "gettare fango su Berlusconi" e chiede quindi una commissione d'inchiesta. Proposta non peregrina secondo il ministro della Pubblica Istruzione che ritiene che il problema sia reale. Sono 19 i deputati del Pdl, guidati da Gabriella Carlucci, secondo cui nei libri vi sarebbero frasi da vero e proprio "indottrinamento" per "plagiare" le giovani generazioni a fini elettorali". A loro giudizio i testi danno una visione della storia, specie quella attuale, asservita al centrosinistra. Di fronte a questa situazione, definita "vergognosa", i parlamentari del Pdl ritengono che il Parlamento "non può far finta di nulla" e chiedono l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta "sull'imparzialità dei libri di testo scolastici". Il progetto di legge è stato già depositato alla Camera il 18 febbraio scorso.
"Quello dei libri di testo è un tema che ricorre spesso, io penso che, in generale, nei libri di testo non debba entrare la politica ma una visione oggettiva dei fatti e soprattutto degli eventi storici", ha commentato il ministro Gelmini. "Credo che si dovrebbero evitare letture interessate di parte e cercare di consentire ai ragazzi di esercitare la propria formazione su libri di testo che siano indipendenti e rispettosi della veridicità storica degli accadimenti" prosegue il ministro. Per Mariastella Gelmini "qualche volta" c'è
un problema di oggettività. "Non posso disconoscere il fatto che, per esempio, alcune questioni come quella delle Foibe, molti libri di testo non la trattino o venga relegata a poche righe. Addirittura in alcuni libri anche tutto il Risorgimento è trattato per sommi capi. Credo che ci debba essere anche una proporzionalità e un'adeguata trattazione anche sulla base dell'importanza del fatto storico". Dunque, sulla proposta Carlucci, il ministro spiega: "la valuteremo, poi il parlamento è sovrano. La commissione Cultura e Istruzione tratterà questo tema".
La reazione dell'opposizione non si fa attendere. "Ormai i rappresentanti del Pdl vedono i comunisti dappertutto - osserva la senatrice del Pd Vittoria Franco - è il caso di dire che, pur essendo del Partito della libertà, non sopportano la libertà e l'autonomia, e per questo vedono letteralmente rosso". Forse, aggiunge Franco, "l'onorevole Carlucci non sa che esiste il principio, sancito dalla Costituzione, della libertà di insegnamento, nel quale rientra anche l'autonomia nella scelta dei libri di testo. Di analoga libertà, fino a prova contraria, godono gli editori nel pubblicare i volumi. E' chiaro che questo ennesimo tentativo liberticida della commissione d'inchiesta rientra nei ripetuti attacchi alla scuola pubblica sferrati da Berlusconi e dalla Gelmini con dichiarazioni anche recenti". Il Pdl, conclude la senatrice, "vorrebbe una scuola pubblica di regime, completamente asservita al potere del governo, in cui si lavori contro la capacità critica delle nuove generazioni. Sulla commissione d'inchiesta ci sarebbe da sorridere se la situazione della scuola italiana non fosse così grave proprio a causa delle politiche di tagli di questo governo".
Durissimo il commento dell'Unione degli Studenti: "Apprendiamo sconcertati la notizia secondo cui l'On. Gabriella Carlucci, seguita da 18 deputati, voglia istituire una Commissione parlamentare di inchiesta "sull'imparzialità dei libri di testo scolastici" giustificando questo con il fatto che la descrizione della storia politica recente del nostro paese sia sbilanciata sui valori della Costituzione e della Resistenza. L'On. Carlucci fa intendere così che l'educazione a questi valori sia un male, nonostante siano sanciti in una carta che dovrebbe unire tutto il Paese: la carta costituzionale". "La giustificazione di tale proposta continua con una sequela di fatti storici accertati definiti come 'attacchi al premier' e 'difesa dell'opposizione di governo', rimaniamo sinceramente sbigottiti da come si possa costruire un'allarme e un livello di fantasticazione tale per distogliere l'attenzione dei problemi reali della scuola. Non comprendiamo come possano essere messi sotto attacco, senza alcuna competenza nel settore, degli intellettuali e studiosi come quelli citati dalla Carlucci nello stesso modo con cui sono stati additati gli insegnanti delle scuole pubbliche", proseguono gli studenti. "La chiara allusione di una proposta del genere ad una censura de facto che ricalca lo stile delle dittature fasciste viene liquidato dicendo che questi libri non saranno messi al rogo, ma verranno segnalati agli autori i quali se non li correggeranno subiranno il ritiro dei testi dal mercato. Queste sono evidentemente le dichiarazioni più gravi e ricordiamo all'On. Carlucci e al suo governo che la Costituzione Italiana che loro tanto attaccano, sancisce la libertà di insegnamento e la libertà di pensiero, e le loro proposte sono fuori da ogni quadro democratico e costituzionale", conclude l'Unione degli studenti.
Il progetto di legge Carlucci, per la Cgil, "testimonia l'imbarbarimento, il carattere illiberale, se non addirittura le fobie, di questa maggioranza sui temi che riguardano la scuola. Dopo che il ministero dell'istruzione ha imposto che i dirigenti scolastici di ogni scuola emanino addirittura una direttiva sull'adozione dei libri di testo, il cerchio ora si chiude", sottolinea Mimmo Pantaleo, segretario generale Flc Cgil.
La Flc "ribadisce con forza che la libertà di insegnamento, di cui la scelta dei libri di testo è una parte significativa, è un principio costituzionale non disponibile per nessuna maggioranza o governo".