Pasticcio GaE: prof in province senza posti bloccati fino al 2019, Miur anticiperà aggiornamento
“L’aggiornamento al 2019, in effetti, per come sono andate le cose è superato: bisognerà anticipare l’aggiornamento all’anno prossimo, con un provvedimento normativo motivato”, ci dicono da Viale Trastevere.
Alessandro Giuliani
Il piano della Buona Scuola di cancellare il precariato scolastico non è andato a termine. E con ogni probabilità non andrà a compimento nemmeno nei prossimi anni.
Ma non solo perché il Mef sta ostacolando la volontà dell’amministrazione scolastica di spostare in organico di diritto le 25mila cattedre oggi bloccate con scadenza 30 giugno. C’è almeno un altro motivo per cui la supplentite non si schioderà: l’impossibilità per i docenti precari oggi inseriti nelle Graduatorie ad esaurimento di spostarsi.
L’aggiornamento si sarebbe dovuto attuare quest’anno, ma con il Milleproroghe del 2016 il Governo Renzi ha deciso di spostarlo in avanti, addirittura al 2019. In quel momento, l’esecutivo era infatti ancora convinto che il piano straordinario di assunzioni della Buona Scuola avrebbe quasi azzerato le supplenze di lungo corso.
Invece, le cose non sono andate così. I contratti annuali si sono confermati sugli standard quantitativi degli anni passati: nell’anno scolastico in corso, addirittura si è sfiorata quota 110mila.
Cosa è che non è andato? Sicuramente, la quota di 150mila assunzioni a tempo indeterminato, quella inizialmente indicata ad inizio legislatura, se confermata avrebbe aiutato a ridurre il numero di posti vacanti.
Va anche ricordato, tuttavia, che poi le assunzioni approvato sarebbero dovute essere 100mila, ma poi circa 15mila cattedre non sono state assegnate per mancanza di candidati. Sia da graduatorie di merito, derivanti dai vincitori di concorso, sia da GaE. E qui sta il punto.
Soprattutto alle medie e alle superiori, i docenti abilitati ci sarebbero. Solo che in diversi casi sono collocati su province “sbagliate”, dove i posti scarseggiano. Molti di questi docenti, molti del Sud, sarebbero ben lieti, di spostarsi sulle province dove c’è disponibilità di cattedre. Peccato che lo slittamento al 2019 li terrà bloccati ancora per due anni. Quindi, per altri due anni non potranno essere immessi in ruolo, né svolgere supplenze annuali fino al 31 agosto.
Al ministero dell’Istruzione sanno bene che il problema esiste. E non è da poco. Perché, nel frattempo, il nuovo reclutamento porterà in ruolo i vincitori, dopo lo svolgimento della Fit, solo nel 2021 anche 2022. “L’aggiornamento al 2019, in effetti, per come sono andate le cose è superato: bisognerà anticipare l’aggiornamento all’anno prossimo, con un provvedimento normativo motivato”, ci dicono da Viale Trastevere.
A pensarla così sono anche i sindacati: l’Anief ritiene che l’apertura ritardata delle GaE “impedisce l’aggiornamento del punteggio e, soprattutto, il diritto al trasferimento in province dove vi sono posti liberi” e per questo “ha deciso di avviare un contenzioso per chi non intende subire questa situazione”. Perché, dice il presidente nazionale Marcello Pacifico, “è un’ostruzione incomprensibile, di cui sono vittime i docenti precari e gli stessi studenti, ai quali vengono affidati supplenti annuali in notevole ritardo, anche a Natale, e magari anche privi di abilitazione all’insegnamento. Mentre, chi ce l’ha rimane bloccato”.
Insomma, il pasticcio è fatto. Ma ridurne gli effetti, dando l’opportunità ai docenti abilitati di spostarsi subito o al massimo tra 12 mesi, ne ridurrebbe i disastrosi effetti.