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Pasticcio Cnpi, caccia al rimedio
Il parlamentino è stato soppresso, i pareri al ministro no. In arrivo un emendamento. Bloccati i nuovi tirocini, sperimentazioni a rischio
29/04/2014
ItaliaOggi
Alessandra Ricciardi
Il parlamentino della scuola, il Cnpi, è stato soppresso. I pareri, non vincolanti ma obbligatori che l'organismo è chiamato a dare, no. Con la conseguenza che tutti gli atti del ministro emanati senza sono impugnabili oppure non registrabili. Come accaduto di recente con il regolamento sui Pas che il Consiglio di stato non ha vistato per «l'assenza dei pareri, non marginali, di organismi quali il Cnam e il Cnpi».
Il ministro Stefania Giannini è chiamata a intervenire, dopo il nulla di fatto degli ex Francesco Profumo e Maria Chiara Carrozza, con urgenza se vuole andare avanti sulla via per esempio dei nuovi Tirocini formativi attivi, già annunciati per il prossimo anno, oppure sulla revisione delle classi di concorso ma anche sulle sperimentazioni dei licei a 4 anni, che già alcuni sindacati stanno per impugnare. Il rimedio, si ragiona a viale Trastevere, potrebbe essere un emendamento che preveda una fase transitoria nella quale, in attesa di una riforma complessiva degli organi collegiali, il parere del Cnpi è sostituito con una consultazione da parte del forum delle associazioni. Oppure, come il Tar Lazio aveva indicato in una sentenza, la costituzione del Cspi, il nuovo organismo consultivo -che in verità risale al 1999, mai andato a regime - adeguatamente depurato delle strutture e delle funzioni territoriali che, alla luce del titolo V della Costituzione, non hanno più ragion d'essere. La decisione va presa in queste ore. Il dicastero dell'istruzione ha a portata di mano un veicolo certo che è il disegno di legge di conversione del decreto sui concorsi dei presidi e sugli appalti di pulizie: è in commissione al senato, relatrice la capogruppo pd, Francesca Puglisi. Un provvedimento che parla già di scuola e su cui un intervento di allargamento della materia sarebbe considerato meno improprio rispetto ad altri, così da superare il vaglio di ammissibilità. Ma la questione, come dicono da viale Trastevere, più che tecnica è politica. Delineare l'assetto transitorio dell'attività consultiva significa decidere anche la prospettiva a breve della riforma della governance della scuola. Materia incandescente per tutti gli ultimi ministri dell'istruzione