Pasti a rischio per i dipendenti ENEA
La denuncia della FLC CGIL
La goccia che ha fatto traboccare la rabbia è stata l' ultima circolare: continuate pure ad andare a mangiare con il servizio mensa nei ristoranti della zona, ma se la spending review sarà estesa anche ai pasti in convenzione, recupereremo i soldi dal vostro stipendio. «Un assurdo, basta con i tagli», protestano i novanta dipendenti del centro di ricerca dell' Enea al Brasimone da ieri in assemblea permanente. «Siamo qui tra i monti, come potremo mangiare diversamente?». E sui buoni pasto tagliati da 10 a 7 euro c' è subbuglio anche in Ateneo: i sindacatisi preparano oggi a dare battaglia al tavolo di trattativa. «E' una perdita salariale che pesa su contratti bloccati dal 2008, chiederemo di compensarla», dichiara Gisella Fidelio (Cgil). Buoni pasto a parte, al Centro ricerche Enea del Brasimone la rivolta di ingegneri e tecnici riguarda tutti i tagli già attuati e quelli previsti nel 2012-2015: «Potrebbero comportare la chiusura delle attività sperimentali», denuncia Stefano Bernabei della Flc-Cgil. «Un colpo di grazia definitivo alle attività di ricerca del Brasimone», centro che porta in Italia fondi europei, dove si fa ricerca su fissione di quarta generazione, fusione, radioprotezione e monitoraggio ambientale. Il disagio passa anche dal taglio su vigilanza e trasporti (non c' è più la navetta per Firenze, le due di Bologna saranno ridotte a una), alla mancanza di riscaldamento negli edifici con impianti sperimentali («si lavora anche a cinque gradi, con i giubbotti»). Disagi emersi durante l' assemblea dei ricercatori e tecnici. «La nostra opposizione alla vicenda dei pasti è solo il primo passo per dire no ai tagli», commenta Marco Utili, Rsu Flc-Cgil. E così il vicesindaco di Camugnano Giuseppe Polazzi: «E' una risorsa per il territorio che difenderemo con i denti».