Paritarie, sempre più "diplomifici
A dirlo sono i numeri della maturità degli ultimi 5 anni scolastici
Salvo Intravaia
Scuole superiori paritarie sempre più "diplomifici". A dirlo sono i numeri della maturità degli ultimi 5 anni scolastici. Fra pochissime ore, mercoledì 17, mezzo milione di ragazze e ragazzi affronterà la prova scritta di italiano. E se le scuole statali porteranno agli esami un numero di candidati praticamente uguale a quello di cinque anni fa - 444mila abbondanti - le paritarie dovranno fare i conti con un vero e proprio esodo, dovuto, con molta probabilità, alla crisi economica e alle salate rette richieste dagli istituti privati che hanno dissuaso tantissime famiglie dall'iscrivervi i propri figli. Meglio una scuola statale, avranno pensato in parecchi, che è praticamente gratis. Ma appena si esaminano i numeri dei candidati esterni - i cosiddetti privatisti - il discorso cambia completamente.
Nel breve volgere di un lustro, i candidati esterni che verranno presentati agli esami dalle paritarie sono rimasti praticamente invariati, rappresentando un piccolo tesoretto per le stesse, mentre nelle statali il loro numero si è ridotto drasticamente. Eppure, sostenere gli esami da privatista - senza cioè avere mai frequentato un solo giorno di lezione - nelle paritarie è parecchio più costoso rispetto alla statale, dove si pagano soltanto alcune tasse statali - 12,09 di tassa d'esame e 15,13 come tassa di diploma - più un piccolo contributo, non sempre richiesto dalle scuole. Contributo che nelle paritarie si gonfia spesso a dismisura sfiorando anche i mille euro e più. Quest'anno, i privatisti che tenteranno la fortuna con un esame secco saranno quasi 18mila.
Si tratta quasi sempre di pluriripetenti della scuola statale, adulti che non sono riusciti a terminare gli studi quando era il tempo giusto o, ancora, persone che lavorano e non hanno avuto la possibilità di seguire lezioni regolari presso un istituto: statale o meno. Per questi ultimi, l'esame di maturità si trasforma in una specie di lotteria. Che cinque anni or sono veniva tentata da quasi 26mila aspiranti: ben 8mila in più. I numeri ci consegnano un calo netto pari al 31 per cento, dovuto principalmente a tanti forfait nelle statali: meno 39 per cento in cinque anni. Nelle paritarie i privatisti restano invece attorno a 6mila: 5.933 quest'anno, 6.135 nel 2000.
Ma è la loro presenza percentuale sul totale a crescere nelle strutture non statali: nel 2000 i privatisti rappresentavano l'11 per cento del totale che quest'anno sale al 13 per cento. Un trend che nelle statali è completamente rovesciato: 4,4 per cento cinque anni fa e 2,7 per cento nel 2005. Forse è anche per questa ragione che in tanti protestano contro i finanziamenti alle paritarie, previsti anche dalla Buona scuola di Renzi attraverso due interventi. Uno school bonus, che permetterebbe a privati cittadini o aziende di donare somme in denaro a favore di tutte le scuole: statali e paritarie. E attraverso la detrazione fiscale di una parte delle spese sostenute dalle famiglie per iscrivere i figli a scuola. Questa volta destinata soltanto alle paritarie.