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Paradosso all'ISTAT. Precari che fanno rilievi sugli occupati

400 lavoratori aticipici dell’istituto di ricerca sono impegnati in cause o ricorsi. A maggio udienza per 200 ex co.co.co

11/04/2011
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l'Unità

Gioia Salvatori

 

Appena due anni e mezzo fa erano l’invidia degli altri enti di ricerca: dopo quasi dieci anni di blocchi stradali, occupazioni dell’istituto e scioperi, anche l’ultimo dei 600 precari storici era stato stabilizzato. Nei corridoi dell’Istat era il tempo delle soddisfazioni, delle battaglie vinte, dei progetti da fare. Un tempo finito presto: oggi almeno400 lavoratori atipici dell’Istituto di ricerca sono impegnati in cause o ricorsi con l’ente e tra tempi determinati e 300 lavoratori esternalizzati all’Ipsos con la beffa di fare rilievi sull’occupazione, la quota dei precari è di circa 640. Per un ciclo di precariato che si chiude ce n’è un altro che si apre e ricominciano le via crucis, anche nelle aule del tribunale civile diRoma dove a maggio ci sarà la prima udienza dopo la causa di 200 rilevatori ex co.co. co ora lavoratori a cottimo Ipsos: chiedono all’Istat il riconoscimento della subordinazione per il tempo precedente l’esternalizazzione. Se alla fine vinceranno il loro caso farà storia, d’altronde è cambiato il contesto: «Dieci anni fa chi entrava precario all’Istat aveva 30 anni, oggi ne ha 40, un’età e un’esperienza lavorativa per cui non è più disposto ad abbassare la testa», dice Fabrizio Stocchi della Flc Cgil. Ecosì il precario maturo scende in piazza insieme ai quindicenni e ai ventenni anche se ha 45 anni, perché sette anni di co.co.co e poi un contratto a tempo determinato di 24 mesi ti hanno rubato il passato e nel futuro ci entri troppo tardi. È il caso di Fabrizio, uno dei rilevatori Istat che percorrono le vie di Roma col corteo dei precari “Il nostro tempo è adesso”. È uno dei 340 tempi determinati a due anni, quasi tutti assunti per i censimenti della popolazione e dell’agricoltura; scade a settembre del 2012, poi chissà. A dicembre 2010 infatti, poco dopo l’assunzione di questi nuovi precari, l’Istat ha pubblicato un concorso per 115 rilevatori, stesso profilo dei 340tempi determinati. Al bando hanno già risposto in 17mila, una guerra tra poveri e una domanda: perché l’ente non stabilizza chi è già dentro? Così duecento dei 340t.d. hanno fatto ricorso, alcuni proprio poche settimane dopo l’assunzione. Forti dell’età e dell’esperienza, stanchi delle «conseguenze del precariato» voce alla quale Fabrizio scrive il desiderio di una paternità finora mancata. Conlui in piazza c’è Emanuela che oltre agli anni di co.co.co eun concorso vinto ha una laurea oltre che 36 anni e pochi progetti; anche lei con in tasca un t.d. da 24 mesi si sente, nonostante tutto, «una precaria di lusso».


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