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Organici: Molti i problemi aperti

Dai territori arrivano notizie poco rassicuranti per il Ministro. Lo sciopero è dietro l'angolo. Protestano anche gli Enti Locali che giudicano risibile il Piano per l'edilizia scolastica. E nei prossimi giorni potrebbe esplodere la grana di assegnazioni e utilizzazioni

19/08/2013
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La Tecnica della Scuola
RP
Dai territori arrivano notizie poco rassicuranti per il Ministro. Lo sciopero è dietro l'angolo. Protestano anche gli Enti Locali che giudicano risibile il Piano per l'edilizia scolastica. E nei prossimi giorni potrebbe esplodere la grana di assegnazioni e utilizzazioni.
Stanno creando qualche preoccupazione al Governo e in particolare al ministro Carrozza i segnali che arrivano dai territori.
In Friuli, per esempio, sindacati e Usr sono ai ferri corti sulla questione degli organici; nei giorni scorsi, presso la Prefettura, è stato esperito anche il tentativo obbligatorio di conciliazione ma senza risultato. I sindacati, conseguentemente, hanno proclamato lo stato di agitazione che, spesso, preannuncia uno sciopero.
Situazione simile (ma non è ancora stato deciso lo stato di agitazione) in Piemonte, dove i sindacati rivendicano 600 posti in più per il personale Ata.
Proteste (e in questo caso ai sindacati si associano anche gli stessi Enti Locali) arrivano poi da molte aree del sud dove gli organici sono diminuiti a causa del decremento demografico.
A Palermo, in un’area a rischio come il quartiere Zen, se ne sono andati alcuni dirigenti scolastici (pensionamento ma anche trasferimento in sedi meno “stressanti”): il Comune si dichiara preoccupato, il direttore regionale rassicura tutti, ma se nessun dirigente sceglierà le sedi rimaste scoperte nel quartiere, a settembre i problemi si aggraveranno.
Intanto stanno arrivando al pettine anche i nodi del tanto decantato piano per l’edilizia. I tempi a disposizione per Comuni, province e regioni sono strettissimi e i fondi sono non modesti ma modestissimi: a Milano la Giunta comunale ha già pronto un piano di interventi per almeno un centinaio di milioni (e si tratta solo delle urgenze più evidenti), ma a conti fatti in città potrebbero arrivare, nella migliore delle ipotesi, 5-10 milioni. Forse si riuscirà a malapena a demolire un paio di edifici scolastici stracarichi di amianto per ricostruirli interamente.
E la prossima settimana tornerà certamente a galla una questione di cui nessuno parla ma che potrebbe mettere seriamente in discussione il regolare avvio dell’anno scolastico: il contratto integrativo su utilizzazioni e assegnazioni provvisorie non è ancora stato sottoscritto in via definitiva e per ora le operazioni si stanno svolgendo sulla base delle indicazioni fornite dal Miur con una circolare di inizio luglio. Ma se gli organi di controllo dovessero riscontrare qualche irregolarità nell’ipotesi contrattuale, i problemi non mancherebbero.

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