«Ora una svolta in Italia patrimoniale e sviluppo»
Intervista a Susanna Camusso.Monti ha fatto un buon lavoro in Europa, ma abbiamo bisogno di interventi urgenti e forti per lo sviluppo»
Rinaldo Gianola
Bravo Monti. Ha giocato un ruolo decisivo in Europa, ha contribuito a dare una risposta finalmente politica alla speculazione e alla crisi finanziaria, ha dato credibilità e prestigio all'Italia. Susanna Camusso, leader della Cgil, riconosce il buon lavoro realizzato dal presidente del Consiglio al vertice europeo, ma esprime preoccupazione per le condizioni economiche e sociali del Paese e sollecita il governo a una vera svolta per lo sviluppo.
Segretario Camusso, come giudica l'azione di Mario Monti in Europa? «Ha dato un contributo importante, direi decisivo per segnare un cambiamento, per spingere l'Europa a reagire unita alla crisi e agli attacchi della speculazione. È stato importante che a livello europeo si sia fatta strada l'idea della crescita, degli investimenti per lo sviluppo. Speriamo che non siano solo affermazioni di principio, attendiamo il 9 luglio per capire come si realizzerà la capitalizzazione della Bei. Siamo stati tante volte critici con il governo, ma questa volta Monti ha fatto un buon lavoro per il Paese».
Cosa è cambiato in Europa? «La vittoria dei socialisti in Francia ha cambiato gli equilibri politici e le priorità dell'agenda. Con Hollande al posto di Sarkozy è un'altra musica, la cancelliera Merkel non può imporre la sua esclusiva visione sull'Europa. Hollande ha dato spazio e fiato anche all'Italia e alla Spagna che, altrimenti, sarebbero state penalizzate. È l'inizio di una nuova fase, di un lavoro lungo e condivido il protagonismo del nostro premier nel valorizzare l'idea di un'Europa che si costruisce e non si chiude. Monti ha ridato prestigio e credibilità all'Italia e non dimentico quando il nostro veniva sbeffeggiato. Ora mi piacerebbe che questa azione positiva a livello europeo potesse riflettersi in Italia, questa è la prossima sfida».
A che cosa pensa? «Tutti sappiamo che la crisi dei mercati, la crisi finanziaria si sommano in Italia a un'altra nostra crisi, alla caduta dell'industria, dei consumi, alla perdita di occupazione, a una tensione sociale che sconfina nell'emergenza. Dobbiamo restare legati all'Europa, ma non basta. Ci vogliono interventi straordinari rispettosi dei conti e, sotto il profilo della crescita e degli investimenti, devo dire che il governo Monti non ha soddisfatto. E vorrei che le critiche della Cgil e del sindacato confederale fossero colte dal governo come un costruttivo contributo alla soluzione dei problemi e non come una pretesa di ingerenza o di tutela di interessi particolari».
Monti si è un po' risentito perché Confindustria ha parlato di un'economia ridotta come in tempo di guerra. «Questa volta non posso dissentire da Confindustria, è una realtà che vedo anch'io. Ogni giorno chiudono decine di imprese, cresce la disoccupazione, crollano i consumi, il potere d'acquisto dei salari e delle pensioni è in caduta e metà degli italiani non farà le ferie. Una parte sempre più ampia del Paese non ce la fa più. Dobbiamo fronteggiare subito questa situazione con misure straordinarie finalizzate a una redistribuzione fiscale. Non possiamo continuare a parlare di riforme strutturali e poi procedere con interventi che creano ulteriori diseguaglianze e ingiustizie come è stato nel caso della riforma delle pensioni con gli esodati e del mercato del lavoro».
E allora come ne usciamo? «I soldi si trovano con una vera patrimoniale. L'Italia si rimette in moto colpendo le grandi ricchezze, i privilegi, il sommerso e l'evasione fiscale. La patrimoniale è il grande intervento redistributivo, di giustizia, necessario a voltare pagina».
Il governo, però, oggi pensa a nuovi tagli nel settore pubblico. «Un errore. Se si taglia il perimetro pubblico in questa crisi drammatica i cittadini staranno sempre peggio. Avevamo chiesto un confronto con il governo prima di queste decisioni sui tagli, ma l'incontro è stato rinviato a martedì, dopo la riunione del "gabinetto di guerra" di domani. Quindi mi pare di capire che il confronto sarà limitato a una comunicazione del governo delle decisioni già prese. Così non va. Così come non sono d'accordo sui tagli lineari di cui si parla».
Ma per abbattere il debito pubblico qualche taglio bisogna farlo... «Certo, facciamo interventi radicali sulla pubblica amministrazione che non funziona, eliminiamo le consulenze, chiudiamo le società inutili create solo per tutelare privilegi. Però stiamo attenti a quando parliamo di privatizzare le municipalizzate e tagliare i servizi. E chi propone l'abolizione delle province dovrebbe dire chi svolgerà le politiche attive per il lavoro, chi governerà grandi territori lasciati soli».
A questo punto si voterà nel 2013. «Andare al voto anticipato per discutere dell'uscita dall'euro non mi sembrava una grande idea. C'è tempo in questi mesi di creare un'agenda politica per lo sviluppo e il lavoro».
Marchionne dice che la sentenza di Pomigliano è folklore locale... «Marchionne è in grande difficoltà. Non è credibile, i suoi piani vengono tagliati e annullati. La sentenza di Pomigliano è buona per tutti i lavoratori non solo per gli iscritti alla Fiom ingiustamente discriminati. Di questa vicenda mi ha sorpreso negativamente una cosa...»
Che cosa? «Il silenzio del ministro del Welfare, Elsa Fornero. Possibile che non abbia nulla da dire?» Possibile che il ministro Fornero non sappia cosa dire sulla sentenza di Pomigliano?