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Ora di religione. Contro Profumo l'ira dei cattolici

Il ministro: «Rivedere i programmi di religione Il Paese è diventato multiculturale» ● La Cei: fa confusione con il catechismo

26/09/2012
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l'Unità

Luciana Cimino

Non è la prima volta che si discute dell’ora di religione cattolica nella scuola pubblica. Stavolta però a riprendere la questione è il ministro Francesco Profumo in persona. L’argomento lo aveva già affrontato venerdì scorso ad una festa di Sel: «Credo che l’insegnamento della religione nelle scuole così come concepito oggi non abbia più molto senso. Quell’ora di lezione potrebbe diventare un corso di storia delle religioni o di etica», aveva detto. Ma le polemiche sono scoppiate ieri mattina quando il titolare dell’Istruzione (in occasione dell’apertura della biblioteca del suo dicastero) ha ribadito, estendendola anche alla geografia, la sua posizione. «Credo che il paese sia cambiato ha spiegato Profumo nelle scuole ci sono studenti che vengono da culture, religioni e paesi diversi. Il modo di fare scuola deve essere più aperto». E ha aggiunto quindi che «non solo per la religione, ma anche per la geografia ci vorrebbe una revisione dei nostri programmi. Oggi la scuola deve essere più aperta, multietnica e capace di correlarsi al mondo attuale». E subito il mondo politico si spacca in favorevoli e contrari. È Maurizio Lupi, pidiellino molto vicino a Comunione e Liberazione, il primo a manifestare contrarietà: «Non possiamo annacquare ciò che siamo per far piacere agli altri. È solo ripartendo dal riconoscimento della nostra cultura fondata sulle radici giudaico-cristiane che è possibile instaurare un dialogo con chi è diverso». Sulla stessa lunghezza di pensiero la Lega e Paola Binetti (Udc) mentre la Cei si difende dicendo che i nuovi programmi sono stati «già adeguati rispetto al passato e infatti oggi l'insegnamento della religione cattolica consiste in una presentazione del cristianesimo dal punto di vista culturale, che tiene conto della attuale realtà multietnica». Stesse parole per il segretario dello Snadir (Sindacato autonomo docenti di religione) che però trova l’uscita di Profumo «inopportuna e inadeguata». Mentre un assist inaspettato viene dai genitori aderenti all’Agesc (Associazione genitori scuole cattoliche): «L’Italia è un Paese multiculturale ed è giusto ampliare l'insegnamento della religione alla scienza delle religioni», dice Roberto Gontero, il presidente. D’accordo anche Idv e Radicali che sottolineano «oggi nelle scuole italiane non si insegna storia delle religioni, ma si fa catechismo coi soldi pubblici». E interviene anche la Flc – Cgil che per bocca del suo segretario nazionale, Mimmo Pantaleo, dice che Profumo «ha perfettamente ragione». «L’aumento degli alunni stranieri deve essere una grande opportunità per un nuovo approccio all’educazione interculturale». La Rete degli studenti medi chiede di partire da qui per «aggiornare tutti i programmi e per rivoluzionare la didattica italiana, cambiare i sistemi di apprendimento e riformare il sistema di valutazione, tutto fermo a 40 anni fa». L’Uaar (Unione atei agnostici razionalisti) invita il ministro «a dar seguito ai suoi dubbie a cominciare a intervenire seriamente». Mentre il Pd si concentra sulla mancanza di alternative per quei bambini e ragazzi che non optano per l’insegnamento religioso. Arriva un plauso per Profumo da Marco Pacciotti, coordinatore del Forum immigrazione del Pd e Khalid Chaouki, responsabile Nuovi Italiani dei Democratici. Intanto Francesca Puglisi, responsabile scuola, spiega «il programma dell'ora di religione discende dal Concordato tra Stato e Chiesa. Il governo Monti vuole modificarlo? Il primo atto concreto che potrebbe realizzare Profumo è assegnare alle scuole gli insegnanti che servono per poter svolgere l'ora di alternativa, invece di costringere gli studenti a dover abbandonare la classe o di studiare in palestra». E invita a concentrarsi su altro: «l’ora di religione non serva a distrarre l'attenzione dell'opinione pubblica dal bisogno di risorse della scuola italiana o dai nuovi tagli che il governo ha in animo di fare e che il Pd è pronto a contrastare in ogni modo»  


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