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OPPOSIZIONE, PER ADOZIONE LIBRI METODI POLIZIESCHI

OPPOSIZIONE, PER ADOZIONE LIBRI METODI POLIZIESCHI Sull' adozione dei libri di testo per il prossimo anno scolastico il ministero dell' Istruzione sta adottando ''metodi polizieschi''. A denunciarlo ...

01/06/2004
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OPPOSIZIONE, PER ADOZIONE LIBRI METODI POLIZIESCHI
Sull' adozione dei libri di testo per il prossimo anno scolastico il ministero dell' Istruzione sta adottando ''metodi polizieschi''. A denunciarlo e' la senatrice Maria Chiara Acciarini (Ds), durante la conferenza stampa di presentazione del 'Viaggio nell' Italia dei saperi'.
''Il ministero - ha spiegato Acciarini - ha inviato una nota 'riservata personale' ai dirigenti scolastici delle scuole primarie e secondarie di primo grado del Piemonte in cui chiede di segnalare tempestivamente 'eventuali comportamenti difformi' nell' adozione dei libri di testo rispetto all'esigenza che 'i sussidi didattici, che i docenti adotteranno nell' espressione di liberta' dì' insegnamento, dovranno essere coerenti con i nuovi piani di studio introdotti dalle indicazioni nazionali''.
In una interrogazione firmata Acciarini, Soliani, Cortiana si chiede al ministro Moratti se analoghe note siano state individuate ai dirigenti scolastici di altre regioni e quali provvedimento intenda adottare per far ritirare ''l' incredibile richiesta formulata dagli uffici periferici del ministero ai dirigenti scolastici piemontesi''.
Nella stessa interrogazione, Acciarini, Soliani e Cortiana ricordano che le ''norme costituzionali a tutela dell'autonomia scolastica e della liberta' di insegnamento consentono agli insegnanti di confermare l'adozione dei libri di testo dell'anno precedente, di non adottare i libri di testo o di optare per l'utilizzo di strumenti didattici alternativi''. Osservano quindi che ''per costante e pacifica interpretazione dell'articolo 33 della Costituzione si ritiene che in nessun caso puo' essere imposta a un docente la scelta di un testo a lui non gradito''. Constatano, inoltre, che il ministero con la circolare del 31 marzo ha dato indicazioni alle case editrici di modificare i testi per adeguarli alle Indicazioni nazionali (documento - sottolineano - introdotto solo in via transitoria in attesa del regolamento governativo che individui il nucleo essenziale dei piani di studio) e fanno notare che tutta la materia delle indicazioni dei programmi e' attualmente sottoposta a varie contestazioni in sede giudiziaria. Per di piu' - aggiungono - alla circolare il ministero ha aggiunto una nota (datata 24 maggio) con la quale ''di fronte a legittime scelte degli insegnanti si adottano atteggiamenti repressivi e si giunge a disconoscere la possibilita' di una libera scelta''. ''In questo quadro di incertezza e provvisorieta' - affermano Acciarini, Soliani e Cortiana - non e' accettabile che il Governo tenti di costringere gli insegnanti ad adottare libri di testo confromti a programmi provvisori e introdotti con una prcedura non conforme a quanto previsto dalla stessa legge delega'' affermano Acciarini, Soliani e Cortiana chiedendo al ministro se quindi non sia il caso di ritirare la circolare.
Una novantina di parlamentari dell'opposizione ha poi firmato una mozione in cui sollecita il ritiro delle Indicazioni nazionali per i piani di studio chiedendo di affidare a una commissione di tecnici ed esperti, ''espressione della comunita' scientifica e della scuola'' l'incarico di elaborare gli obiettivi culturali per la scuola italiana,''da realizzare nell'ambito dell'autonomia curricolare delle istituzioni scolastiche''. Le Indicazioni proposte dal ministero, secondo le forze dell'opposizione, non solo hanno cancellato dai programmi il darwinismo, ma menzionano i totalitarismi senza esplicito riferimento al nazi-fascismo, non fanno espresso accenno al colonialismo ne' contengono alcun riferimento all'Onu e a altri organismi sovranazionali ''con una concezione ferma all'idea di Stati nazionali che non arriva nemmeno a cogliere l'innovazione istituzionale dell'Unione europea''.
Sotto accusa, infine, anche il decreto sul diritto-dovere all'istruzione e alla formazione. In un'interpellanza al ministro, parlamentari dell'opposizione, chiedono, ''se su un tema di cosi' grande significato civile e culturale non sarebbe utile evitare ulteriori confusioni, ripristinando i corretti termini costituzionali in materia, chiarendo quale sia oggi, e non in un indefinito tempo futuro, la durata dell'obbligo di istruzione e dando certezze giuridiche sull'effettiva portata delle sanzioni civili, penali e amministrative a tutti coloro che sono chiamati a vigilare sull'adempimento di tale obbligo''.


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