«Siamo ben oltre i cinquantamila» previsti inizialmente- fanno sapere gli organizzatori - «siamo vicino ai centomila partecipanti». Tantissime le bandiere dei sindacati, accompagnate da striscioni che riportavano slogan contro le politiche del governo Renzi. Ma c’è un’immagine inflazionata alla manifestazione, si tratta del volto di Matteo Renzi con un naso allungato come Pinocchio. “Di balle ne dice troppe”, tuona un lavoratore giunto da L’Aquila. “Siamo davvero esasperati dalle finte promesse di questo governo”.
I”insomma il segnale di questa manifestazione è chiara: chiedere al governo di "invertire la rotta", rinnovare il contratto e se non arriveranno risposte a breve sarà lo sciopero generale. I”nfatti, “i lavoratori pubblici e privati che garantiscono i servizi pubblici sono qui per il rinnovo del contratto- ha precisato Rossana Dettori, segretaria generale della Fp-Cgil - Renzi discuta con noi quale riforma funziona meglio per rispondere alle esigenze dei cittadini. Il Governo non ci da opportunità di discussione e spero che ascolti la piazza, i lavoratori pubblici e privati non sono contro il Governo a priori". I circa 100mila manifestanti, secondo gli organizzatori, hanno raggiunto la Capitale da ogni parte d''Italia. Tra i tanti, oltre anche diversi insegnanti: "Chiediamo di ritirare la ''Buona scuola'' cosi'' com''e''- spiega uno di Parma- le cose vanno contrattate, non imposte dall''alto". E ancora: "Il servizio pubblico e'' fondamentale- dice invece un''altra giovane insegnante- Per avere democrazia serve una scuola pubblica.
Continuano a fare tagli, Berlusconi ha provato a smantellare la pubblica amministrazione dando spazio ai privati. Oggi Renzi prova a fare lo stesso. Il contratto nazionale da garanzie. Renzi va avanti senza i sindacati. L''articolo 18? È una tutela dei lavoratori, no alla libertà’’ di licenziare". In piazza anche precari della giustizia: "Rivendichiamo i nostri diritti- spiega un giovane arrivato dalla Calabria- Siamo al quarto anno di tirocinio, il ministero di Grazia e Giustizia ancora non riconosce il nostro.
Successivamente sono seguiti gli interventi dal palco. Anche il segretario generale della Cgil Susanna Camusso ha preso la parola, sfoggiando con ironia una maglietta rossa con il disegno di un profumo chiamato “Arrogance” e sotto la scritta “Profumo di premier”. La Camusso si è rivolta direttamente al governo: “se non ci saranno risposte si andrà avanti on lo sciopero della categoria E non solo: chiameremo tutti i lavoratori”.
«Le risposte le vogliamo. Smettete di fare i dilettanti allo sbaraglio - ha aggiunto - non si può trattare la pubblica amministrazione come se non fosse il centro, il perno dei servizi. Il lavoro è una cosa seria». Anche Annamaria Furlan ha tuonato: «Fino ad oggi il Governo è stato sordo, speriamo che questa piazza gli sturi le orecchie, perché noi andiamo avanti con tutti gli strumenti della lotta del sindacato confederale».