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«Ogni deroga fa salire i rischi»: il Comitato tecnico scientifico si difende alla Camera

Audizione del coordinatore Miozzo in commissione Cultura. Bocciati i termoscanner a scuola. La consegna dei primi banchi dirottata da Sud a Nord. Le regioni pressano i ministri su trasporti, aule e personale aggiuntivo

28/08/2020
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il manifesto

Adriana Pollice

«L’obiettivo è riaprire le scuole ma anche continuare a tenerle aperte»: Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, si è presentato ieri in audizione alla commissione Cultura della Camera per affrontare tutti i nodi irrisolti del ritorno tra i banchi il 14 settembre. Cominciando, però, dal rispedire al mittente le accuse piovute ai tecnici, da alcuni governatori e non solo, di tenere in ostaggio il governo imponendo norme inapplicabili. «Non ho mai portato dati fasulli – ha sottolineato -. Quello che ho riportato sono le validazioni della comunità scientifica. Sto ricevendo migliaia di email di minaccia. Prendo atto e faccio finta di non averle ricevute». Tre i punti fermi: distanziamento, mascherine e igiene ma comunque i tecnici si aspettano «un lieve incremento dell’indice di trasmissione» come all’estero. «C’è una grande incertezza nella comunicazione scientifica. Tra due settimane vedremo com’è l’andamento dell’epidemia: se schizza verso l’alto molto probabilmente altre precauzioni dovranno essere prese. Ci saranno, se necessari, dei lockdown locali. Quello totale è memoria del passato».

BANCHI: il Cts non è stato investito della questione arredi a rotelle, spiega Miozzo. Oggi il Commissario straordinario comincia la distribuzione nelle scuole. E si rischia una nuova polemica Nord-Sud. Il presidente di Vastarredo ieri ha spiegato: «Partiremo con le consegne la settimana prossima e termineremo alla fine di ottobre. Il primo gruppo doveva andare in Calabria, Basilicata e Sicilia. Ma le disposizioni ora sono cambiate. Inizieremo da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna».

TEST SIEROLOGICI al personale scolastico: «Li avrei resi obbligatori. È una procedura invasiva che deve avere un percorso normativo, ma siete voi i rappresentanti del parlamento – ha spiegato Miozzo -. Nel corso dell’anno scolastico abbiamo immaginato ci siano dei cluster sia tra i docenti che tra gli studenti. È una raccomandazione che il comitato ha già immaginato di poter dare». Il sindacato Fimmg avverte: «Il 31 agosto rischia di diventare il lunedì nero, con la corsa a fare i test per i docenti che tornano in aula il 7 settembre».

MASCHERINE: «La Società italiana di pediatria dichiara che non esiste un problema con la mascherina neppure per i più piccoli, a meno che non abbiano difficoltà specifiche», spiega Miozzo. Le indicazioni del Cts sono: da 0 a 6 anni non c’è necessità di portarla ma per gli educatori sì. Sono al vaglio mascherine con la parte anteriore trasparente per i non udenti. Da 6 a 10 anni: sui mezzi pubblici o scuolabus ci vuole la mascherina, entrando a scuola pure; in classe, seduti, se c’è la distanza di un metro si può togliere ma va rimessa quando ci si muove. Si può togliere a pranzo e durante l’attività sportiva. «Va bene anche la mascherina con Batman, se riduce l’ansia». Dalle medie in poi obbligo di mascherina se non c’è distanziamento. Quella chirurgica o quella di stoffa, i primi di settembre ci saranno le indicazioni definitive, il 31 è previsto un incontro dell’Oms sul tema.

TERMOSCANNER A SCUOLA, il Cts boccia l’idea: «Ci vuole qualcuno che lo sappia usare, che intervenga in casso di febbre. Bisogna fermarsi per alcuni secondi: questo comporta affollamenti. Ogni bambino dovrebbe fermarsi per 4 o 5 secondi, 83 minuti ogni mille bambini. Alcune scuole hanno un solo ingresso che verrebbe bloccato». Serve comunque il medico scolastico e un infermiere specializzato. Sulle aule che mancano: «La Protezione civile sta lavorando a interventi dedicati laddove non siano state trovate soluzioni alternative attraverso il recupero di locali pubblici e privati».

I TRASPORTI sono il nodo più difficile. Quanto sia complesso lo spiega l’Asstra, l’associazione che riunisce le aziende di Tpl: «Nelle ore di punta, il 25-35% degli studenti rischia di rimanere a piedi. Ovviamente non saranno gli unici. I passeggeri erano 16 milioni e si sono ridotti a 1,6 milioni durante il lockdown, per poi tornare ai livelli attuali di 7-8,5 milioni. Impossibile, in base alle norme, trasportarne di più. Eventuali interventi richiedono comunque tempo per essere realizzati». Miozzo: «Entro stasera (ieri ndr) chiuderemo il verbale di aggiornamento sul trasporto pubblico locale. Abbiamo dato una serie di indicazioni, che saranno formalizzate al Mit»: obbligo della mascherina, il ricorso al mobility manager nelle grandi città, aumento del numero di corse, orari di ingresso e uscita dalle scuole scaglionati, disinfettante a bordo dei mezzi, download di Immuni. Sul limite di 15 minuti per la capienza massima: «Non siamo in grado di dilatare questo parametro. Ogni volta che si fanno deroghe il margine di rischio aumenta».

LE REGIONI, intanto, si erano riunite in mattinata per dare il via libera alle «Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai nelle scuole», predisposte dall’Istituto superiore di Sanità. «Abbiamo chiesto – ha spiegato il governatore del Molise – che nei servizi educativi per l’infanzia la didattica possa svolgersi a gruppi stabili, la valutazione sulla loro dimensione lasciata alle scuole. Ed abbiamo presentato una raccomandazione sulla didattica a distanza, per classi e per plesso». Oggi, in Conferenza unificata con il ministri competenti, ci sarà il via libero definitivo. Sulle norme sanitarie la quadra c’è, restano da risolvere i trasporti, la carenza di aule, l’organico aggiuntivo. Ieri la ministra Azzolina ha firmato il decreto per l’assunzione di 70mila unità a tempo determinato, tra docenti e Ata, per l’emergenza.

I SINDACATI sollevano un altro fronte con il Miur: «Le attività di recupero devono essere retribuite utilizzando i fondi Mof e quelli risparmiati dagli esami di maturità – spiega la Gilda degli Insegnanti -. Respingiamo la nota con cui il Ministero dispone che, invece, queste ore vengano prestate a titolo gratuito».

CAMPANIA. Rinviare l’apertura delle scuole dal 14 al 24 settembre: è la richiesta di Anci Campania, contenuta in una lettera inviata ieri al ministero dell’Istruzione e al governatore De Luca. Si vota per le regionali più le comunali in 85 municipi. Un problema a cui si aggiungono i ritardi sulle misure per garantire la sicurezza di alunni e personale. «L’Anci Campania ritiene che non abbia senso interrompere le lezioni dopo meno di una settimana, senza contare il raddoppio delle spese di igienizzazione. Da qui la richiesta di un breve slittamento, posticipando poi il termine delle lezioni dal 5 al 15 giugno 2021». L’idea pare sia stata scartata in origine da De Luca per non finire in coda alla distribuzione dei banchi (la regione ne ha chiesto il rinnovo al 61%). Con la situazione consegne definita, il governatore si è allineato all’Anci: «Nelle condizioni attuali non è possibile far cominciare l’anno scolastico». Di parere opposto il sindaco di Napoli, de Magistris: «Si rinviassero le elezioni così ci impegniamo tutti a riaprire la scuola».


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