Oggi il ritorno in classe solo per un liceale su 11 Ed è sciopero della Dad
Oggi sarebbero dovuti tornare in presenza almeno 1 milione e 300mila ragazzi di licei ed istituti tecnici e professionali: per quel 50% di lezioni in classe che, da qui a una settimana, sarebbe dovuto diventare il 75%. Ma così non sarà.
La scuola non riparte ma le proteste sì, per chiedere garanzie sul trasporto pubblico e sulle vaccinazioni dei docenti. Oggi sarebbero dovuti tornare in presenza almeno 1 milione e 300mila ragazzi di licei ed istituti tecnici e professionali: per quel 50% di lezioni in classe che, da qui a una settimana, sarebbe dovuto diventare il 75%. Ma così non sarà. Oggi infatti la scuola in presenza riparte solo per i ragazzi di Abruzzo, Toscana e Valle d'Aosta. Di fatto torna in classe solo uno studente delle superiori su 11. Tutte le altre Regioni dovranno aspettare, ma il problema è che non si sa ancora quanto. Hanno deciso di posticipare di almeno una settimana le regioni Lazio, Liguria, Molise, Piemonte e Puglia. Ma non è neanche detto che si torni il 18: le regioni restano in attesa di capire come andrà la curva dei contagi e cosa verrà stabilito dal prossimo Dpcm. Buona parte dei territori, comunque, ha già stabilito che prima del 1 febbraio le aule non riapriranno.
NEL PANTANOE allora la scuola resta impantanata in un'attesa che destabilizza l'organizzazione degli istituti, che in pochi giorni hanno dovuto mettere in campo un piano di rientro per il 7 gennaio al 75%, poi al 50% e poi spostare tutto all'11 gennaio. Fino alla proroga di una settimana, due o tre. Ma non fa bene soprattutto ai ragazzi che iniziano a farsi sentire tra proteste e flash mob. Oggi saranno davanti ai loro istituti chiusi, con sit-in e dimostrazioni, e boicotteranno la didattica a distanza disertando le lezioni online. Uno sciopero promosso dalla Rete degli studenti medi del Lazio ma sarà adottata anche in altre città. Tra Roma, Firenze, Milano, Faenza, Pescara, Viterbo, Salerno, Parma, Imola, Trieste, Ancona, La Spezia, Pisa scenderà in piazza anche il comitato Priorità alla Scuola per chiedere «più spazi, più personale, per riaprire le infermerie, per fare uno screening sanitario regolare della comunità scolastica e per inserire, come categoria prioritaria, il personale scolastico ad alto rischio nella fase 1 dell'agenda vaccinale». Nella Capitale gli studenti raggiungeranno anche il Campidoglio con un sit in dei rappresentanti d'istituto e della consulta di Roma e Provincia. Con una lettera chiedono, tra le altre criticità, di scaglionare gli orari dalle 7,30 alle 9 evitando di far entrare le classi alle 10 e di fare chiarezza su come saranno gli esami di maturità. Lo scorso anno ci fu solo un maxi orale, quest'anno è ancora tutto da decidere.
Lorena Loiacono