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Nuovo anno scolastico, meno prove scritte per la terza media

A cambiare aspetto saranno, ancora una volta, gli esami conclusivi e si comincia dal primo ciclo: l'esame di terza media viene infatti riformato nella sua durata.

30/08/2017
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Il Messaggero

ROMA Due settimane o poco più e oltre 8 milioni tra studenti e docenti torneranno in classe per iniziare quello che, sulla carta, sarà l'anno scolastico delle novità: dagli esami che cambiano alle assunzioni degli insegnanti e alla riduzione, per ora solo promessa, dei contratti a tempo per il personale della scuola. SA cambiare aspetto saranno, ancora una volta, gli esami conclusivi e si comincia dal primo ciclo: l'esame di terza media viene infatti riformato nella sua durata.i passa da 5 a 3 prove scritte: italiano, matematica e il test in lingua straniera. A cui seguirà come sempre il colloquio orale. Viene a mancare la prova nazionale dell'Invalsi che si svolgerà in primavera e sarà necessaria per l'ammissione all'esame. Per la prima volta, nel test Invalsi, sarà presente anche una parte dedicata alla lingua inglese. E non sarà una prova sottotono, nonostante sia stata tolta dall'esame, visto che l'esito accompagnerà di fatto nel portfolio dello studente il voto finale dell'esame di terza media. L'introduzione dell'inglese nell'Invalsi non riguarda solo l'esame conclusivo del primo ciclo ma anche la scuola elementare, in cui i bambini saranno messi alla prova con l'inglese per valutare le competenze acquisite.
IL QUARTO ANNOLa riforma della valutazione degli studenti interesserà anche i ragazzi che, nell'anno 2017-2018, frequenteranno il quarto anno delle superiori perché la Maturità cambierà volto nel giugno del 2019 quando perderà la terza prova scritta, il quizzone, e vedrà acquisire maggiore importanza anche il percorso di alternanza scuola-lavoro che si svolge, per legge, nell'ultimo triennio delle scuole superiori, necessario per l'ammissione tanto quanto il test Invalsi da svolgere durante l'anno. E quest'anno l'alternanza scuola-lavoro andrà completamente a regime: è il terzo anno infatti, come previsto dalla riforma della Buona Scuola, in cui vengono coinvolti anche i licei per 200 ore complessive mentre i professionali arrivano a 400 ore. Lasceranno quindi le aule per entrare nel mondo del lavoro, con pregi e difetti dell'esperienza ovviamente, circa 1, 5 milioni di ragazzi. Gli ultimi anni, passati sul campo non senza fiumi di polemiche, sono serviti alle scuole a raccogliere adesioni e contatti con aziende ed enti pubblici. 
Ma questo è anche l'anno delle assunzioni: il ministero dell'istruzione ha autorizzato e avviato la messa in ruolo di 51.773 docenti tra cui oltre 15mila cattedre finora affidate ai cosiddetti posti vacanti, quelli coperti puntualmente con supplenze annuali. È per questo che, secondo stime ministeriali, il 2017-2018 sarà riconosciuto come l'anno in cui le supplenze scenderanno finalmente sotto quota 100mila. Ne restano comunque oltre 80mila, per ora, per assicurare il regolare avvio dell'anno scolastico. Per i docenti resta confermato il bonus per il merito di 200milioni di euro con cui il Miur, tramite comitati di valutazione stabiliti dalle singole scuole, premierà i docenti più meritevoli. Non solo insegnanti: entreranno infatti nelle scuole 56 unità di personale educativo, 6.260 unità di personale Ata e 259 nuovi dirigenti scolastici. Sul fronte dei presidi resta però aperto il fronte del concorso, attesissimo ma ancora da bandire. Ad oggi, infatti, sono circa 1700 i dirigenti cosiddetti in reggenza che, oltre alla loro scuola, devono guidare anche un'altra scuola.
L. Loi.


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