Nuove regole per 50mila precari il prof lombardo diventa a chiamata
Una riforma che potrebbe cambiare le sorti di circa 50mila precari della scuola in tutta la Lombardia
di Tiziana De Giorgio
Una riforma che potrebbe cambiare le sorti di circa 50mila precari della scuola in tutta la Lombardia, di cui 20mila solo fra Milano e provincia, sparigliando l’ordine delle graduatorie nelle quali sono inseriti ormai da anni. Sono i numeri sugli aspiranti professori di ruolo iscritti nelle liste a esaurimento, dalle quali ogni anno si attinge per assegnare le supplenze per coprire i posti vacanti. Supplenze di durata annuale che, prima dell’inizio di ogni anno scolastico, vengono assegnate dal provveditorato seguendo l’ordine dell’elenco dei precari, stilato in base ai punteggi maturati dai singoli professori (fra i quali il voto di laurea e dal numero di supplenze già coperte), dando loro la possibilità di scegliere in che scuola andare. Solo una piccola parte di chi è iscritto in graduatoria, in realtà, riesce ad avere un posto: quest’anno fra Milano e provincia sono 6.470 i supplenti nelle scuole di ogni ordine. Posti che adesso potranno essere direttamente assegnati dai presidi delle scuole, attraverso mini-concorsi interni alle scuole. «Un procedimento allarmante — tuona Attilio Paparazzo, della Cgil — si rischia di concentrare i docenti migliori in poche scuole, e di lasciare scoperto il rimanente 90 per cento». Una riforma che invece piace al provveditore, Giuseppe Petralia: «Uno strumento efficace — dice — le graduatorie non dicono realmente la qualità dell’insegnante e in questo modo le scuole potranno scegliere ciò di cui realmente hanno bisogno».