Nuove materie? Solo di pomeriggio
Corriere della sera Nuove materie? Solo di pomeriggio ROMA - Autonomia scolastica, anno secondo. L'autonomia, tanto cara a Luigi Berlinguer e tanto apprezzata da Letizia Moratti, ha bisogno di...
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Nuove materie? Solo di pomeriggio
ROMA - Autonomia scolastica, anno secondo. L'autonomia, tanto cara a Luigi Berlinguer e tanto apprezzata da Letizia Moratti, ha bisogno di tempo per crescere. Ma la prima indagine condotta nelle scuole dice che le cose non vanno tanto bene. Monipof è l'acronimo di monitoraggio dei piani dell'offerta formativa. Si tratta dei famosi Pof, la carta d'identità di ogni istituto, i tratti culturali distintivi che consentono ai genitori di scegliere. Ebbene, dall'indagine nazionale, condotta con 80 mila interviste, emergono due cose: l'autonomia didattica si è limitata, perlopiù, all'ingresso di attività aggiuntive (teatro, musica, informatica, inglese, sport, ceramica e via dicendo). I genitori e gli studenti, è il secondo dato, non sono stati coinvolti "nella costruzione dei piani formativi". L'inchiesta, voluta dal ministro Berlinguer per aiutare le scuole a valutarsi, ha dunque accertato che sono state inserite tante attività aggiuntive, tanta "flessibilità", ma non è nato un nuovo "sistema". Significa che l'offerta dell'autonomia didattica s'identifica con qualcosa che viene proposto oltre e dopo le lezioni. Non si tratta quasi mai di materie opzionali, scelte insieme ai ragazzi o alle famiglie. "Questo significa - osserva Fabio De Michele, uno dei responsabili del Monipof - che la scuola è ancora autoreferenziale. Se autonomia vuol dire avere mano libera per realizzare il miglior servizio possibile, e i cittadini non possono non dire la loro sulla qualità, evidentemente le scuole non si considerano ancora strutture di servizio".
La mattinata nell'aula continua a svolgersi, salvo rare eccezioni, come prima. E poi ci sono attività in più, scollegate dagli insegnamenti curriculari. Per questo motivo non si può parlare di un sistema dell'autonomia, ma di due realtà separate che convivono. L'attività teatrale e lo studio di uno strumento musicale non entrano nell'orario scolastico, ma restano fuori, confinate nello spazio del pomeriggio. Perché? Semplice: con 12, 15, 17 materie e orari che superano le 30 ore non c'è posto. Colpa della "bulimia disciplinare", per usare una frase di Berlinguer. Inoltre, pochi docenti sono disposti a cedere un'ora o due a un'altra disciplina. Le attività aggiuntive finiscono con l'essere una bella vetrina per attirare iscrizioni.
"L'autonomia è percepita come qualcosa in più, che arricchisce - chiarisce l'ispettore Giancarlo Cerini, della commissione De Mauro per il riordino dei cicli -, invece il carattere distintivo dell'autonomia è quello di aiutare la scuola a far bene le cose che deve fare". "Quest'equivoco - continua Cerini - ha fatto sì che oggi nelle scuole autonome la realtà tradizionale, ovvero le materie fondamentali con i loro orari, non sia cambiata affatto". Non c'è stata, insomma, nessuna modifica nei contenuti e nel metodo d'insegnamento. Nonostante indagini internazionali (Ials e Sials) abbiano messo in evidenza risultati deludenti sull'apprendimento dei nostri ragazzi.
Giulio Benedetti