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NuovaFerrara-Le mosse del ministro Moratti

Scuola, le mosse del ministro Moratti Uno strisciante approdo alla dequalificazione dell'istruzione pubblica Paolo Panizza Responsabile Autonomia Tematica Risorsa scuola e formazione Ferrara I ...

28/11/2001
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Nuova Ferrara

Scuola, le mosse del ministro Moratti
Uno strisciante approdo alla dequalificazione dell'istruzione pubblica

Paolo Panizza Responsabile Autonomia Tematica Risorsa scuola e formazione Ferrara

I governi dell'Ulivo e del centrosinistra hanno proposto e avviato un progetto complessivo di riforma del sistema formativo nazionale. L'attuale maggioranza, con la Ministra Moratti al posto del progetto sta attuando, come da più parti si dice delle "mosse".
Esatto, dei movimenti che non propongono alla pubblica discussione un disegno di insieme, ma appunto delle "mosse". In realtà il disegno esiste ed é perfettamente coerente con una visione del mondo di centrodestra, con l'ossessione privatistica e aziendalistica che attraversa e pervade le politiche formative: la dequalificazione della natura pubblica dell'istruzione, la radicale devolution con i rischi di rompere la dimensione nazionale della cultura e l'unitarietà del sistema.
Veramente la scuola delle differenze.
Non lo si dice questo naturalmente, si compiono atti che in maniera "strisciante" conducono in quella direzione. Quali atti? Qualche esempio per entrare nel merito e per capirci meglio: si riduce il finanziamento per l'autonomia delle scuole, si cancella l'opportunità di insegnare la lingua inglese fin dalla prima elementare, l'Esame di Stato é ridotto ad una questione autoreferenziale e "privata" delle singole scuole con grande gioia dei diplomifici, non sono date opportunità per un nuovo contratto di lavoro che valorizzi la qualità e l'impegno professionale degli insegnanti. Ed ancora si immettono in ruolo i professori di religione.
Molti sono laici dove però - guarda caso - per esercitare l'insegnamento della religione rimane indispensabile l'assenso del vescovo. Il Cardinal Tonini nel frattempo é stato nominato presidente della commissione per la scrittura del codice deontologico degli insegnanti. In quanto a laicità con c'é male.
Ancora si propone di abbassare la soglia di età per la scelta orientativa ovvero per quale scuole optare dopo gli undici anni. Avete letto bene, decidere a undici anni il percorso formativo. Ma non basta, a quell'età si dovrebbe segliere fra la strada che porta ai licei e quella che porta alla formazione professionale, ma non la F.P. che ha proposto ed iniziato a qualificare sempre più il centrosinistra, quella di decenni orsono. In piena sintonia con l'ideologia del centrodestra.
Si comincia a comprendere più chiaramente se si collegano le "mosse" fra di loro la vera ragione della sospensione del riordino dei cicli.
Il processo riformatore proposto dall'Ulivo va rilanciato e sostenuto anche per contrastare la deriva che in modo subdolo propone questo governo di centrodestra.
Il coordinamento nazionale dell'Ulivo ha indetto iniziative per sostenere sette impegni immediati nella scuola:
1. la centralità della qualificazione del sistema pubblico dell'istruzione e della formazione: la priorità strategica comporta la priorità finanziaria, negata dalla finanziaria del centrodestra;
2. la valorizzazione professionale dei docenti, il corpo insegnante costituisce un patrimonio di competenze prezioso, cui va riconosciuta la funzione decisiva nella politica educativa ed un ruolo sociale fondamentale;
3. piena affermazione dell'autonomia scolastica con servizi territoriali di sostegno all'innovazione, verifica dei risultati; collegamenti con la ricerca per l'innovazione didattica e curricolare. L'autonomia va inoltre inquadrata nelle nuove disposizioni costituzionali federaliste, no al buono scuola;
4. attivazione sull'intero territorio nazionale dell'obbligo formativo fino ai diciotto anni nella scuola, nella formazione e nel nuovo apprendistato;
5. nuovi insediamenti per il diritto allo studio da trasferire alle Regioni;
6. valorizzazione della partecipazione studentesca;
7. nuovi contenuti e nuovi saperi. La scuola deve passare dai vecchi programmi ai nuovi curriculu, favorendo l'innovazione didattica nel solco della nostra grande tradizione umanistica e scientifica.


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