Nuova Sardegna-Quel concorso che doveva salvare tutti
Quel concorso che doveva salvare tutti Nel 2000 in tanti si illusero che fosse arrivata la svolta SASSARI. Nel 1999 i precari storici della scuola si erano illusi che, finalmente, i loro meriti ...
Quel concorso che doveva salvare tutti
Nel 2000 in tanti si illusero che fosse arrivata la svolta
SASSARI. Nel 1999 i precari storici della scuola si erano illusi che, finalmente, i loro meriti venissero riconosciuti. Lo Stato sembrava essersi reso conto che era arrivato il momento di affrontare la situazione: nel 2000 fu bandito il concorso a cattedre, e per i precari si fece strada la possibilità di ottenere l'abilitazione all'insegnamento. Trascorsi due anni, la loro posizione è invece precipitata.
I precari nel 2000 furono ammessi a partecipare a un concorso riservato, preceduto dalla partecipazione a un corso. Contemporaneamente, però, il Ministero permise l'abilitazione all'insegnamento anche con i concorsi ordinari a cattedre e con i corsi nelle scuole di specializzazione all'insegnamento secondario (Ssis). Le conseguenze per i precari furono disastrose. "In primo luogo - spiega Mauro Marras - perchè al concorso riservato furono ammessi docenti già di ruolo in altre classi di concorso e in altri ordini di scuole. Ciò creò un ulteriore riduzione dei posti di lavoro. In secondo luogo, solo una piccola parte dei precari storici decise di partecipare al concorso ordinario. La spiegazione è molto semplice - prosegue Marras -: molti di noi non avrebbero potuto continuare a insegnare e contemporaneamente frequentare i corsi riservati e prepararsi per il concorso ordinario". In ogni caso, pur garantendo il concorso riservato la medesima abilitazione di quello ordinario, i precari furono penalizzati dal sistema delle immissioni in ruolo. "Per le assunzioni si attinge da due diverse graduatorie - spiega Marras - destinando il 50 per cento dei posti ai vincitori del concorso ordinario e suddividendo la restante parte tra gli abilitati con il riservato e con le scuole di specializzazione, prevalentemente neolaureati privi di esperienza". Infine, a completare il quadro, i "sissini" vennero premiati con 30 punti aggiuntivi in graduatoria. "In questo modo, un abilitato con il riservato ottenne 36 punti, mentre un neodiplomato con le Ssis la bellezza di 66: siamo stati superati da persone che non hanno neppure un'ora di lavoro dietro la cattedra, grazie al decreto del 12 febbraio scorso voluto dal ministro Moratti".
Il risultato è stato che, mentre i "sissini" lavoreranno tutto l'anno, molti precari storici "staranno a guardare - conclude Mauro Marras - in attesa di una chiamata che forse non arriverà".