Nuova Sardegna-L'insegnante prevalente? Un ritorno al passato
LA LETTERA "L'insegnante prevalente? Un ritorno al passato" Lettera firmata Lodi della vita domestica. Oscurata per una volta la televisione (il "nuovo focolare"), genitori e figli, nonni e ni...
LA LETTERA
"L'insegnante prevalente? Un ritorno al passato"
Lettera firmata
Lodi della vita domestica. Oscurata per una volta la televisione (il "nuovo focolare"), genitori e figli, nonni e nipoti, zii e parenti tutti, siedono attorno al tavolo per discutere appassionatamente di riforma scolastica. Come in un gioco di monopoli senza stazioni penalizzanti le famiglie italiane disegnano scenari di sogno per la scuola che verrà. Persino l'omino della sabbia si dimentica di passare e i piccini attraversano le notti senza cenni di cedimento, impegnati come sono a suggerire, proporre, inventare, sognare. Altro che febbre del sabato sera.
E' pieno inverno. Il suddetto quadretto familiare, descritto con l'enfasi che sa sfoderare nelle occasioni migliori il nostro capo del governo, dà conto del percorso seguito per giungere alla riforma epocale della scuola varata dal suo ministro dell'Istruzione. Che gli siede accanto, a non voler credere che sia la sua statua, composta com'è in una fissità inespressiva. Non manca il Cavaliere di ringraziare quanti sono stati protagonisti della "più ampia consultazione mai promossa sui problemi della scuola", genitori, appunto, bimbi, nonni, parenti tutti vicini e lontani. Insomma il programma lo fate voi. Un particolare, ma di marginale importanza: omette che alla consultazione non sono stati invitate le scuole solennemente dichiarate autonome, né i collegi dei docenti, zeppi come sono di "cimose rosse" disfattiste.
All'annuncio così solenne si attende che seguano i fatti. Che si indichino dimensioni, forme e costi della riforma, "la prima dalla riforma Gentile del 1923". Primavera ed estate si consumano in ricorrenti voci che si accavallano e si smentiscono. Ma, si capisce, l'esecutivo ha ben altri pensieri per la testa. Bisogna muoversi secondo una precisa scala di priorità. E vuoi mettere la scuola prima della detassazione delle successioni e delle donazioni? Prima delle rogatorie e del falso in bilancio? Del finanziamento dei partiti? Del giusto processo, del legittimo sospetto? Questi ultimi temi, di grande impatto tra la gente, vanno privilegiati e per essi può chiedersi ai politici di immolare disinteressatamente una parte delle loro ferie.
La gente comune in attesa spasmodica della riforma sul legittimo sospetto avrebbe a tempo debito premiato tanta eroica virtù. I cittadini hanno così potuto sperimentare per tale via l'alta velocità che in Italia stenta a decollare.
Non si dica però che la scuola nel frattempo non abbia compiuto alcun passo. Dal primo di settembre parte la mai apprezzata abbastanza riforma Moratti. Sperimenterà l'ingresso anticipato degli alunni della scuola materna ed elementare e introdurrà, negli intendimenti ministeriali, la figura dell'insegnante prevalente. Interesserà la bellezza di 200 istituti nel territorio nazionale, 10 nell'isola. Problemi di strutture? Se li accollino gli enti locali e non stiano a fare storie se non sono stati coinvolti nella sperimentazione. Problemi di curricolo, cioè sapere cosa andranno ad imparare gli alunni in questo anticipo del loro campionato (in controtendenza con quello di calcio)? In altri termini, quali obiettivi educativi e didattici prevedere per loro, essendo inimmaginabile che possano proporsi itinerari formativi pensati per soggetti di età maggiore? Ecco, le solite polemiche attizzate dalle "cimose rosse" e dai comunisti annidati nell'opposizione e nelle centrali sindacali.
Che dire dell'insegnante prevalente? E' un ritorno al passato, all'insegnante che deve sapere di tutto un po'. Penseranno poi gli specialisti (di motoria, di informatica, di lingua straniera) a completare la formazione dei ragazzi. Ma non c'è il pericolo di fare di una scuola sin qui detta primaria una scuola secondaria? Cioè una scuola in cui gli apprendimenti sono rigidamente disciplinari, contro alunni in cui tale separazione rigida è ancora prematura? Ecco, anche qui le "cimose rosse" non smentiscono il loro catastrofismo.
Respingiamo perciò il loro artificioso pessimismo. Buon anno, avendo come viatico il più largo dei sorrisi di zio Silvio. E che Dio ce la mandi buona.