Nuova Ferrara-Uffici chiusi e siamo appena all'inizio

Cgil, Cisl e Uil stimano un'adesione attorno al 70%, numeri più bassi nella scuola. La vertenza si preannuncia lunga
Uffici chiusi e siamo appena all'inizio
Contratto, i sindacati pronti per agitazioni a macchia di leopardo

Sportelli, scuole e uffici in buona parte chiusi, ieri in città, hanno annunciato l'apertura un'altra stagione di conflittualità sindacale. Gli strascichi della precedente tornata contrattuale devono ancora spegnersi, tanto che qualche categoria aspetta gli arretrati, e qualche altra (tipo la dirigenza medica) è addirittura senza firma; e già ricominciano le vertenze per il nuovo contratto. Due pullman ferraresi a Roma, adesioni in città oscillanti tra il 70% e percentuali inferiori nelle scuole.
Gli unici dati diffusi a livello locale sull'adesione sono appunto relativi alla pubblica istruzione, e sono numeri parziali forniti dell'ex Provveditorato. Nelle scuole materne la percentuale di adesione sarebbe stata del 62,37%, e a scendere per le altre scuole: elementare 47,77%, istruzione di primo grado 31,49%, istruzione di secondo grado 22,25%; 11,62% tra i direttivi, 32,18% gli assistenti tecnici e ammistrativi, per un totale del 34,51% sul totale dei dipendenti della scuola pubblica provinciale. Allo sciopero non aderivano alcuni sindacati di categoria, e comunque, sottolineava dalla manifestazione di Roma Sandro Succi, del sindacato scuola Cgil, "i numeri definitivi, a conteggi completati, risultano sempre superiori rispetto alle stime iniziali del Csa". Diversificato anche il panorama negli enti locali e nei ministeri, difficile peraltro da cogliere in assenza di un monitoraggio in tempo reale da parte dei sindacati. Angela Alvisi (Fp Cgil) parla di un "70-80% di adesione in diversi Comuni, e di una punta dell'85% all'Agenzia del territorio" che da mesi è mobilitata a livello sindacale. Nelle due aziende sanitarie, Asl e S.Anna, "possiamo stimare un 70-80% di adesioni" sottolinea Sandro Arnofi, responsabile del comparto Cgil. I referti medici, in ogni caso, sono stati consegnati tutti, a differenza di altri scioperi, e il disagio per gli utenti è stato contenuto, visto che i dipendenti devono garantire le urgenze.
Lo sciopero di ieri riguardava circa 10mila addetti, suddivisi nei vari comparti del pubblico impiego della provincia. E' stato solo il primo passo: "In piazza si ironizzava parecchio sulla convocazione da parte del governo, per il 3 giugno, proprio a ridosso della campagna elettorale - ragionava al ritorno dalla manifestazione di ieri Patrizio Fergnani, segretario provinciale Cisl del comparto - Tra l'altro nella legge Finanziaria non ci sono gli stanziamenti per far fronte ad aumenti contrattuali. Il rischio, insomma, è di ripetere l'esperienza del 2002, quando il vicepremier Fini promise aumenti e non successe nulla per più di un anno". La richiesta dei sindacati, non solo quelli confederali, è di un aumento dell'8%, contro un recupero dell'inflazione del 3,6%; in più la piattaforma rivendicativa contiene l'avvio di una contrattazione relativa ai fondi di previdenza complementare. E' probabile che la mobilitazione dei dipendenti pubblici continui quindi per tutta l'estate, con modalità però diverse dallo sciopero di 24 ore, com'era quello di ieri. "Dovremo studiare qualcosa di particolare, facendo lavorare la fantasia..." ha aggiunto Fergnani. Lo scenario è insomma quello della "guerriglia", con iniziative a livello di comparto e di territorio, anche estemporanee, come assemblee e blocchi orari.