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Nuova Ferrara-La scuola della Moratti? Teniamoci quella vecchia

La scuola della Moratti? Teniamoci quella vecchia In questi giorni ho ricevuto a casa la 'Guida per i ...

29/02/2004
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Nuova Ferrara

La scuola della Moratti? Teniamoci quella vecchia

In questi giorni ho ricevuto a casa la 'Guida per i ragazzi' del Ministero dell'Istruzione (a proposito una volta non era 'Pubblica istruzione'?), dell'Università e della Ricerca. Si tratta di una guida alla 'nuova scuola secondaria di primo grado'; l'ho letta e mi permetto di scrivere perché ritengo di dover esprimere qualche considerazione riguardo la lettera del Ministro Moratti.
In essa vi sono affermazioni che, nonostante l'entusiasmo che vogliono trasmettere ai ragazzi e le rassicurazioni implicite rivolte ai genitori, sono per me risultate sconcertanti. Sono genitore-utente della scuola pubblica da molti anni, poiché ho tre bambini in età della scuola dell'obbligo; perciò ho ben conosciuto la scuola elementare e la scuola media inferiore, prima della Legge 28 marzo 2003, n. 53 (meglio nota come 'Riforma Moratti'). Nella sua lettera (che apre la guida), il Ministro ci presenta una "nuova scuola" in cui il ragazzo è "protagonista,... come persona che cresce nella sua interezza..." e si parla di "interessi,...passioni,... curiosità,... problemi,... difficoltà"; ancora, si annuncia una scuola "al servizio della... crescita personale" del ragazzo.
Sono disorientata! Ero convinta, per mia formazione culturale, che già la vecchia scuola ponesse al centro della sua azione formativa, oltre che didattica, l'alunno; e che egli già fosse protagonista della vita scolastica. Mai ho avuto il dubbio che le mie figlie non venissero considerate come persone nella loro interezza, anzi: ho avuto prove concrete del fatto che gli insegnanti ne conoscessero le passioni, ne ampliassero gli interessi, soddisfacessero le loro curiosità, prendessero in seria considerazione i loro problemi e le aiutassero a risolvere le difficoltà.
Ma, evidentemente, non sono stata una madre attenta, visto che non mi sono mai accorta del fatto che la vecchia scuola non fosse al servizio della crescita personale delle mie figlie; anzi, ritenevo che loro fossero considerate il fulcro attorno al quale far ruotare la professionalità (ed anche l'affetto) di persone preparate culturalmente, didatticamente e metodologicamente.
Purtroppo, devo essermi ingannata, poiché quegli insegnanti di cui ho sempre avuto fiducia sono gli stessi che oggi (ma non solo da oggi) scendono in piazza contro questa "scuola nuova": forse loro non hanno compreso le nuove "opportunità" e la nuova "ricchezza" che essa offre?!! Come è possibile? Gli insegnanti non hanno capito ed io li avevo sopravvalutati, oppure loro hanno ben capito ed è il Ministro che li ha sottovalutati?
Concludo prendendo in considerazione le ultime righe della lettera del Ministro: afferma che stanno "cercando di costruire una scuola che... sia un luogo amico" e parla di "sogni e... progetti" dei ragazzi che vi possano "trovare ascolto e realizzazione". Sarò un'illusa (e forse questo è il mio sogno) ma resto del parere che tutto ciò vi fosse già nella vecchia scuola; e sono convinta che se non la rimpiangeremo (se) sarà soltanto perché almeno ci restano... i vecchi insegnanti!
Angela Aufiero


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