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Nuova Ferrara-Bloccheremo gli atenei"

Bloccheremo gli atenei" I ricercatori insorgono contro la riforma Moratti ROMA. Acc...

29/09/2005
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Nuova Ferrara

Bloccheremo gli atenei"
I ricercatori insorgono contro la riforma Moratti


ROMA. Accusano il governo di avere messo in atto un vero e proprio "blitz" e promettono di portare avanti la loro protesta fino a quando il maxiemendamento che minaccia di stravolgere la vita degli atenei italiani, che adesso dovrà essere esaminato dalla Camera dei deputati, non verrà ritirato. Mostrando un'unità che non si vedeva da anni, una decina di sigle sindacali del mondo universitario - riunite nel Coordinamento dei docenti e dei ricercatori - annunciano battaglia contro la riforma del ministro Letizia Moratti.
E così - dopo la protesta di ieri finita con una serie di tafferugli con la polizia sotto l'ingresso del Senato -, non hanno perso tempo per annunciare le nuove iniziative di lotta: a partire da cinque giorni di blocco di ogni attività per la settimana che va dal 10 al 15 ottobre prossimi. "Chiamiamo le università italiane, in accordo anche con gli organi accademici - è scritto in una nota del Coordinamento -, a promuovere il blocco di ogni attività, coinvolgendo nella necessarie iniziative di sensibilizzazione l'intero mondo universitario e l'opinione pubblica in difesa della natura dell'università e delle sue finalità".
I cinque giorni di sciopero proclamati per ottobre potrebbero essere l'inizio di un autunno caldo per l'università. Tutte le sigle sindacali di sinistra e di destra scese in piazza in questi giorni (Adi, Adu, Andu, Apu, Auri, Cisal università, Cisl università, Cnru, Cnu, Firu, Flc-Cgil, Snals università, Sun, Uilpa-Ur e Udu) sembrano infatti ben intenzionate a fare in modo che, almeno in questo caso, la Moratti (prossima a lasciare la poltrona di ministro per candidarsi a quella di sindaco di Milano) non la spunti tentando di far approvare la sua riforma con un voto di fiducia: "Un vero e proprio atto di forza", denunciano i sindacati, che tornano a chiedere l'apertura di un confronto con il governo. "Si sta parlando - spiega Enrico Panini, segretario della Flc-Cgil - di un provvedimento che precarizza l'università, non assegna risorse, toglie il diritto a un futuro a migliaia di giovani ricercatori e, con essi, all'università e alla ricerca italiana".
Insomma professori, ricercatori e precari non sembrano proprio essere intenzionati a restare a guardare. La protesta del resto, corre già all'interno degli atenei.
Manifestazioni contro la riforma si sono già svolte a Milano, Firenze, Siena, Bologna, Padova e Palermo, allargandosi in queste ore anche su internet. La rete nazionale dei ricercatori precari ha infatti invitato "a sommergere con una pioggia di e-mail" gli indirizzi di posta elettronica del Senato.
E i rettori? Di sicuro anche a loro la riforma non piace e minacciano le dimissioni di massa se il governo non dovesse retrocedere. A proporlo è stato il corpo accademico dell'università della Basilicata in un documento approvato all'unanimità di adesione alla protesta di ieri.
E in serata il presidente della Crui Piero Tosi ha chiesto un incontro con il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini proprio per discutere del futuro del disegno di legge.
C.L.


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