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Nuova Ferrara-Al grido di "fermiamo la Moratti" la scuola pubblica torna in piazza

Al grido di "fermiamo la Moratti" la scuola pubblica torna in piazza Fassino: "Totalmente stravolto il sistema dell'istruzione" ANNALISA D'APRILE ...

16/05/2004
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Nuova Ferrara

Al grido di "fermiamo la Moratti" la scuola pubblica torna in piazza
Fassino: "Totalmente stravolto il sistema dell'istruzione"
ANNALISA D'APRILE


ROMA. Sindacati, comitati genitori, rappresentanti politici dell'opposizione, associazioni, studenti, docenti e tanti bambini, tutti in piazza per fermare la riforma Moratti. Si sono trovati in 80mila, secondo gli organizzatori, alla manifestazione nazionale contro i provvedimenti sulla scuola e la politica del governo su università e ricerca. A gran voce una richiesta: uno sciopero generale unitario.
Il corteo è partito da piazza Esedra con in testa lo striscione "Fermiamo la Moratti".
La manifestazione ha attraversato il centro della città per concludersi in piazza Navona. La protesta, messa in piedi dai comitati degli insegnanti e dei genitori, nati spontaneamente in tutta Italia dopo l'approvazione della riforma e dei primi decreti attuativi sulla scuola elementare, si sta trasformando in una sorta di difesa dell'intera scuola pubblica e del diritto all'istruzione.
"Quelle che ha proposto il ministro Moratti - ha detto il segretario dei Ds, Piero Fassino - non sono riforme ma provvedimenti che stravolgono il sistema dell'istruzione". Fassino, che si è unito alla manifestazione, come anche Lilly Gruber, la parlamentare diessina Alba Sasso, Titti De Simone di Rifondazione Comunista, non è salito sul palco, come nessun altro rappresentante politico o sindacale. I comizi infatti sono stati lasciati agli esponenti dei comitati di genitori e docenti di Roma, Napoli, Bologna, Torino, Trieste, Venezia e dei precari dell'università.
Il popolo della piazza, invocando lo sciopero generale, ha ascoltato i sette punti contestati al ministro.
E quindi: l'abrogazione della riforma Moratti; il ritiro del decreto attuativo su scuola materna, elementare e media; il blocco dei decreti sulla scuola superiore e delle politiche di governo su università e ricerca; il diritto allo studio e l'accesso ai saperi; una soluzione per la precarizzazione del lavoro e per i tagli degli organici e del sostegno; e infine l'aumento dei finanziamenti e della qualità di scuola, università e ricerca pubblica.
Uno sciopero generale dopo quattro manifestazioni sembra inevitabile, secondo quanto sostengono le forze politiche del centro sinistra e del sindacato.
E infatti, Enrico Panini, segretario generale Cgil scuola, ha dichiarato: "Con la manifestazione di oggi e con quella che ci vedrà in piazza San Giovanni il 21 maggio, giorno dello sciopero generale, ci incarichiamo di dire al governo che con questa politica non gli consentiremo di andare da nessuna parte".
In coro le voci dei partecipanti, addirittura vestiti con magliette di protesta con le scritte "resistere alla Moratti" e "amiamo la scuola pubblica", si levano contro il ministro. E' lei per i manifestanti l'unica da "bocciare" e da "licenziare". "Una manifestazione decisamente riuscita" è stato il commento della responsabile di scuola e università di Rifondazione, De Simone, "merito di questo movimento se il ministro è tornato sui suoi passi sulla figura del tutor e l'insegnamento delle teorie di Darwin. Ma per ora vediamo una paurosa scure che si sta per abbattere sulla scuola, vedrà ridotti gli insegnanti e le classi e vedrà cancellato il tempo pieno".


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