«Non è vero che fossi informata dall'inizio Hanno fatto tutto tra. Natale e Capodanno»
Maria Chiara Carrozza «Non voglio, né chiedo le dimissioni del ministro Saccomanni. Sulla scuola non va la catena di comando tra Funzione pubblica, Miur e Finanze»
NATALIA LOMBARDO @NataliaLombard2
In un tweet è stata la stessa ministra dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza ad esultare: «Finita la riunione a Palazzo Chigi. Gli insegnanti non dovranno restituire i 150 euro, sono soddisfatta per gli insegnanti». La detrazione è stata fermata. Ma come è potuto accadere questo pasticcio? «È possibile perché in passato si è proceduto con i blocchi degli scatti degli insegnanti o dei dipendenti pubblici per ricavare risparmi. La storia è legata a una stratificazione delle norme di contenimento della spesa pubblica che hanno toccato la scuola e che hanno previsto per il 2010, 2011, 2012 il blocco degli scatti di anzianità. Poi, dopo il governo Monti è stata aperta la finestra del 2013». Il ministro dell'Economia, Saccomanni si dice solo un «mero esecutore» delle indicazioni sulle retribuzioni arrivate dal Ministero dell'Istruzione e che il 9 dicembre vi aveva informato sulla richiesta delle somme agli insegnanti. Insomma, il ministro la attacca. Per lei invece di chi è la colpa? «Ah no, io non sono abituata a scaricare la responsabilità su nessuno e non voglio che questa polemica continui, perché non è interesse del governo, né della scuola, per cui non replico a questi comunicati. È evidente che non va la distribuzione tra Funzione Pubblica, Istruzione e Economia, della responsabilità sugli insegnanti e sulla loro retribuzione. La cinghia di trasmissione non funziona, bisogna rivederla». Sta scoppiando un caso anche sul personale non docente? «Anche il personale Ata può stare tranquillo perché proprio in queste ore stiamo lavorando sia sui non docenti che sugli insegnanti». C'è chi vorrebbe le dimissioni del ministro Saccomanni. Lei è d'accordo? «No. E non le ho mai chieste. Saccomanni sta affrontando una situazione estremamente difficile da quando ha iniziato il suo mandato. Il tema non è questo, ma lavorare insieme per far funzionare meglio la macchina amministrativa». Cosa risponde a chi dice che eravate informati? «Non voglio alimentare ulteriori polemiche, l'importante è aver trovato una soluzione al problema. E continuare a lavorare insieme al governo e al Pd per la scuola e l'istruzione». Insomma, di chi è la responsabilità di ciò che è successo? «Sarà avviata un'analisi interna, per capire dove è saltata la comunicazione, poi vedremo. Di sicuro dovrà cambiare il processo decisionale». Un groviglio burocratico sulla pelle degli insegnanti. È accaduto perché nel 2013 sono stati sbloccati gli scatti? «Non proprio, a settembre è stato approvato un Dpr che blocca la contrattazione e gli scatti a tutto il 2014, in applicazione di una normativa approvata dal governo Monti. Essendo le norme entrate in vigore a novembre, fino ad allora gli scatti maturati erano stati pagati. Quindi il problema che si è posto è come evitare che gli insegnanti dovessero restituire le somme percepite. Si sarebbe dovuto affrontare tutti insieme questo nodo, invece il 27 dicembre abbiamo appreso che è stata messa on line l'informazione agli insegnanti: restituirete sulla busta paga del 2014 quello che avete avuto. Senza neanche aver saldato ciò che spettava nel 2012». Non se ne era accorta? «Sono stati presi questi provvedimenti tra Natale e Capodanno, per inerzia amministrativa e senza comunicare ai ministri competenti che cosa stava avvenendo. Ma appena sono tornata operativa al 100 per cento ho affrontato il tema e ho chiesto a Saccomanni di sospendere la detrazione. Gli avevo già inviato la lettera quando sono scoppiate le polemiche». Un'altra grana per il premier Letta. «Il presidente Letta era presente oggi (ieri) alla riunione, abbiamo trovato insieme una soluzione politica e amministrativa. Perché la differenza con chi sta al governo e chi sta fuori è che chi sta a Palazzo Chigi deve trovare soluzioni legislative e gestionali in breve tempo. In questo caso si doveva anche evitare che il sistema informatico avviasse il prelievo sugli stipendi. Ce l'abbiamo fatta, ma appena in tempo». Con quali risorse? «La scuola è all'osso e non è facile trovare le risorse, togliere fondi di qua o di là. I lavoratori del mondo della scuola sono 800mila circa, tra docenti e personale Ata, io affronto un'emergenza al giorno, dai lavoratori socialmente utili agli insegnanti, che guadagnano davvero poco. E complesso, considerando che si sono fatti risparmi tagliando le spese per la scuola». È soddisfatta delle risorse che il governo sta dedicando alla scuola? Sarà un tema del patto di coalizione? «Sì, abbiamo presentato la nostra agenda per il patto di coalizione; ma rivendico che come governo abbiamo già ricominciato a investire per l'edilizia scolastica, i programmi. Sono soddisfatta, vuol dire che il governo ci pensa. Presto partirà la costituente della scuola, per la quale avvieremo una grande consultazione». E per la ricerca e l'Università? «Il bilancio comincia a migliorare: per l'Università abbiamo 191 milioni in più per il 2014. Per la ricerca sta per partire il piano nazionale». Però questo governo sta facendo molti scivoloni, o marce indietro: la web tax, le slot machina, ora gli insegnanti. O no? «Non stiamo facendo né scivoloni, né marce indietro. Non mi piace questa formulazione: avere la responsabilità delle riforme, preparare il semestre europeo, far funzionare la macchina dopo i tagli subìti, non è facile. Diciamo che il governo ha affrontato il tema». Diciamo che il governo l'ha causato. «Il governo ha affrontato il tema e l'ha risolto». Renzi non ne fa passare una al governo e su questo caso è intervenuto con forza. Si è sentita appoggiata o criticata? «Dal punto di vista politico c'è qualcuno che sta cercando di destabilizzare. Il clima non è sempre positivo, ma sta a noi della maggioranza valorizzare ciò che il governo ha fatto. In questo caso con il Pd, il segretario e il responsabile scuola avevamo la stessa linea e non troverà una parola contro di me. Sono grata a loro perché si occupano di scuola, e fanno il loro mestiere».