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Non c'è posto per il concorso
Battuta d'arresto per l'offensiva di Profumo: in dubbio il concorso con le nuove regole previsto a primavera
21/09/2012
il manifesto
Roberto Ciccarelli
Cinquanta quesiti in cinquanta minuti. In un minuto moltiplicato per cinquanta 160 mila candidati al mega-concorso per la scuola vedranno scorrere tutte le possibilità di conquistare una delle 11.542 cattedre (350 in meno rispetto a quelle annunciate), e con essa, una vita dignitosa.
Mancano ormai pochi giorni alla pubblicazione di un bando atteso dal 1999, quando venne celebrato l'ultimo concorso. Martedì 25 settembre (e non lunedì 24), scatterà il conto alla rovescia che porterà a fine ottobre l'esercito dei candidati a rispondere ai quiz della prova pre-selettiva composta da 7 quesiti per la parte informatica, altrettanti per quella linguistica e 36 che sonderanno le loro «competenze» logico-deduttive. La corsa al cardiopalmosi svolgerà in una postazione che ricorda il call-center, presso una scuola o un'università. I candidati potranno esercitarsi su una batteria di 3500 quiz che saranno pubblicati sul sito del ministero dell'Istruzione tre settimane prima della prova. Al ministero lo chiamano «esercitatore», un prontuario dal quale le commissioni estrarranno la «batteria» dei test ufficiali. Quello che è certo che la prova sarà la stessa per tutte le «classi di concorso» e sarà utile per «allineare la nostra scuola alle direttive europee». In altre parole, se i candidati non avranno la capacità di trovare una soluzione, in cinquanta minuti, ad un doppio senso linguistico, oppure ad un tranello «logico-deduttivo» non avranno la possibilità di accedere al secondo livello, quello della prova «di competenza». In alcuni casi, sarà scritta, in altri pratica. E poi ci sarà quella «attitudinale» che ricorda da lontano quella che si svolge all'università per gli aspiranti professori associati e ordinari: da un bussolotto la commissione estrarrà un argomento e i candidati sopravvissuti dovranno tenere una lezione.
Alle prove saranno ammessi gli abilitati, i laureati in Scienze della formazione e quelli che hanno conseguito il titolo entro l'anno accademico 2001/2002 (laurea quadriennale), il 2002/3 per i laureati quinquennali, 2003/4 per quelli sessennali. È stata pubblicata la suddivisione regionale dei posti in palio: solo nel Lazio si svolgeranno le selezioni per tutti i livelli scolastici, le discipline e le classi di concorso. Bene anche Puglia e Calabria. La regione più penalizzata è il Friuli.
Entro l'estate, ha assicurato ieri il ministro durante un'audizione alla commissione Cultura della Camera, le procedure saranno concluse, ma non il travaglio dei precari per ottenere l'assunzione che sarà spalmata su due anni almeno. Quello che si sa è che, allo stato attuale, si potranno verificare casi di vincitori di concorso in attesa di cattedre. Un limbo dove finirà, forse, la metà dei vincitori del «concorsone» di quest'anno.
Ma le sorprese non finiscono qui. Secondo le indiscrezioni pubblicate dalla rivista Tuttoscuola, questa dilazione delle assunzioni rischia di far saltare il secondo concorso previsto per la prossima primavera, quello che dovrebbe essere riservato solo agli abilitati e a coloro che avranno concluso il primo ciclo del «Tirocinio Formativo Attivo» (Tfa) che inizierà tra poche settimane, appena concluse le prove selettive che sono tutt'ora in corso. La strategia in due tempi messa in campo dall'offensiva estiva di Profumo per «normalizzare» la scuola italiana sta rischiando una fine ingloriosa. I posti riservati al concorso che sta per essere bandito esauriranno le risorse a disposizione. E i giovani laureati che avranno concluso il Tfa non avranno accesso al concorso che avrebbe dovuto portarli in cattedra. Un pasticcio creato da una colossale confusione che, tra la primavera e lo scorso agosto, ha spinto il ministero a creare un nuovo doppio canale per l'immissione in ruolo (stabile).
Contro il «concorso truffa» oggi la Flc-Cgil presidierà molte piazze e ha annunciato eventi serali. Domani sarà il turno dei coordinamenti autonomi dei precari e dell'Usb che denunciano l'arbitrio di un concorso che brucerà almeno due generazioni di insegnanti iscritti nelle graduatorie ad esaurimento in nome di una «meritocrazia» che non tiene conto dell'esperienza e della legalità.
Cinquanta quesiti in cinquanta minuti. In un minuto moltiplicato per cinquanta 160 mila candidati al mega-concorso per la scuola vedranno scorrere tutte le possibilità di conquistare una delle 11.542 cattedre (350 in meno rispetto a quelle annunciate), e con essa, una vita dignitosa.
Mancano ormai pochi giorni alla pubblicazione di un bando atteso dal 1999, quando venne celebrato l'ultimo concorso. Martedì 25 settembre (e non lunedì 24), scatterà il conto alla rovescia che porterà a fine ottobre l'esercito dei candidati a rispondere ai quiz della prova pre-selettiva composta da 7 quesiti per la parte informatica, altrettanti per quella linguistica e 36 che sonderanno le loro «competenze» logico-deduttive. La corsa al cardiopalmosi svolgerà in una postazione che ricorda il call-center, presso una scuola o un'università. I candidati potranno esercitarsi su una batteria di 3500 quiz che saranno pubblicati sul sito del ministero dell'Istruzione tre settimane prima della prova. Al ministero lo chiamano «esercitatore», un prontuario dal quale le commissioni estrarranno la «batteria» dei test ufficiali. Quello che è certo che la prova sarà la stessa per tutte le «classi di concorso» e sarà utile per «allineare la nostra scuola alle direttive europee». In altre parole, se i candidati non avranno la capacità di trovare una soluzione, in cinquanta minuti, ad un doppio senso linguistico, oppure ad un tranello «logico-deduttivo» non avranno la possibilità di accedere al secondo livello, quello della prova «di competenza». In alcuni casi, sarà scritta, in altri pratica. E poi ci sarà quella «attitudinale» che ricorda da lontano quella che si svolge all'università per gli aspiranti professori associati e ordinari: da un bussolotto la commissione estrarrà un argomento e i candidati sopravvissuti dovranno tenere una lezione.
Alle prove saranno ammessi gli abilitati, i laureati in Scienze della formazione e quelli che hanno conseguito il titolo entro l'anno accademico 2001/2002 (laurea quadriennale), il 2002/3 per i laureati quinquennali, 2003/4 per quelli sessennali. È stata pubblicata la suddivisione regionale dei posti in palio: solo nel Lazio si svolgeranno le selezioni per tutti i livelli scolastici, le discipline e le classi di concorso. Bene anche Puglia e Calabria. La regione più penalizzata è il Friuli.
Entro l'estate, ha assicurato ieri il ministro durante un'audizione alla commissione Cultura della Camera, le procedure saranno concluse, ma non il travaglio dei precari per ottenere l'assunzione che sarà spalmata su due anni almeno. Quello che si sa è che, allo stato attuale, si potranno verificare casi di vincitori di concorso in attesa di cattedre. Un limbo dove finirà, forse, la metà dei vincitori del «concorsone» di quest'anno.
Ma le sorprese non finiscono qui. Secondo le indiscrezioni pubblicate dalla rivista Tuttoscuola, questa dilazione delle assunzioni rischia di far saltare il secondo concorso previsto per la prossima primavera, quello che dovrebbe essere riservato solo agli abilitati e a coloro che avranno concluso il primo ciclo del «Tirocinio Formativo Attivo» (Tfa) che inizierà tra poche settimane, appena concluse le prove selettive che sono tutt'ora in corso. La strategia in due tempi messa in campo dall'offensiva estiva di Profumo per «normalizzare» la scuola italiana sta rischiando una fine ingloriosa. I posti riservati al concorso che sta per essere bandito esauriranno le risorse a disposizione. E i giovani laureati che avranno concluso il Tfa non avranno accesso al concorso che avrebbe dovuto portarli in cattedra. Un pasticcio creato da una colossale confusione che, tra la primavera e lo scorso agosto, ha spinto il ministero a creare un nuovo doppio canale per l'immissione in ruolo (stabile).
Contro il «concorso truffa» oggi la Flc-Cgil presidierà molte piazze e ha annunciato eventi serali. Domani sarà il turno dei coordinamenti autonomi dei precari e dell'Usb che denunciano l'arbitrio di un concorso che brucerà almeno due generazioni di insegnanti iscritti nelle graduatorie ad esaurimento in nome di una «meritocrazia» che non tiene conto dell'esperienza e della legalità.