Non basta dare 4 a Calimero per far crescere la scuola
Franco Frabboni
UNA QUINDICINA DI GIORNI FA , il quotidiano più diffuso in Italia ha suggerito di accorciare la rampa scolastica della valutazione decimale. Proposta: contrarre i “voti” da 4 (il nido dei pulcini neri) a 10 (il nido dei pavoni colorati). Il dimagrimento dei pioli della scala docimologica merita una riflessione. A prima vista, il giudizio è positivo. L'arco a sei frecce sburocratizza il pallottoliere dei meriti/demeriti e cancella lo spettro dei voti 3,2,1. Anche se le orecchie d'asino - simbolo di predestinazione alla bocciatura – potrebbero poi crescere sulle spalle di scolari giudicati con l'espediente 4/meno, 4/meno-meno e 4/tre-volte-meno. In fondo, chiudere la scala docimologica con un 4 diversamente intero non cambia la sostanza. Intendiamo dire, che se la scuola resta quella gestita dall'ultima Destra classista e incolta non si possono inventare uova di Colombo per sancire le pagelle degli alunni. Il traliccio posto dal Pdl sulla strada dell'istruzione non permette vie d'uscita. Questo, l'ostacolo. I programmi scolastici vigenti hanno un volto pieno di rughe: sono antiquati e ricoperti di conoscenze poco attraenti per gli scolari. Campeggia un'istruzione mnemonico/ripetitiva gradita soltanto al mercato del lavoro. Sono le tre “i” - sventolate da Silvio - di nome informatica, inglese, impresa. Mai le loro frecce mirano al bersaglio grosso dei saperi pieni di perché e di dubbi. Parliamo del pensiero riflessivo che nutre l'unità-della-cultura. Lungo questa deriva/ignorante nessuna scala di valutazione potrà essere amica delle giovani generazioni.