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Nazione-Massa-La riforma Moratti mette a rischio l'istruzione pubblica

SCUOLADs e Sinistra Giovanile "La riforma Moratti mette a rischio l'istruzione pubblica" MASSA Strano ma vero: a Massa le critiche alla riforma Moratti partono dalla sede di una scuola pr...

08/04/2004
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La Nazione

SCUOLADs e Sinistra Giovanile
"La riforma Moratti mette a rischio l'istruzione pubblica"
MASSA Strano ma vero: a Massa le critiche alla riforma Moratti partono dalla sede di una scuola privata: il teatro dei Fratelli Cristiani. Siamo di fronte ad una riforma o ad una controriforma quando si parla di ciò che sta vivacizzando il mondo della scuola e che è condannato con durezza dai partiti di opposizione e da associazioni, compresi i bambini scesi in piazza insieme ai genitori? Si dovrebbe parlare, senza meno, di controriforma considerando che la riforma era stata effettuata soltanto pochi anni fa dal diessino Luigi Berlinguer, ex ministro alla Pubblica Istruzione. Il tema è stato affrontato e discusso nel corso di un incontro promosso dai Ds e dalla Sinistra Giovanile, all'insegna del motto "Promuoviamo la scuola, bocciamo la riforma Moratti". Riduzione della scuola dell'obbligo e delle ore da trascorrere in classe, introduzione di ore facoltative e differenziazione di trattamento fra bambini poveri e ricchi. Sono solo alcune delle critiche mosse nei confronti della 'riforma' giudicata non solo molto farraginosa ma anche di difficile attuazione. Una riforma che, stando ai giudizi dai partecipanti al dibattito, fa acqua da tutte le parti e mette a serio rischio la scuola pubblica favorendo lo sviluppo di quella privata. Un duro attacco è stato sferrato ai due punti maggiormente propagandati dalla riforma: l'introduzione, fin dalla scuola primaria, dello studio dell'inglese e dell'informatica. Il problema emerso è come sia possibile studiare queste materie se le ore dedicate vengono ridotte e non ci sono i fondi per acquistare computer. Un altro aspetto che ha alimentato molte polemiche è l'introduzione delle ore facoltative: i giovani sceglieranno il percorso formativo insieme alla famiglia e chiaramente chi ha una certa cultura di base sarà avvantaggiato mentre nelle famiglie disagiate "sarà tolta la speranza di una mobilità morale" al ragazzo. Infine si è parlato del bilinguismo: la riforma ne prevede l'introduzione obbligatoria fin dalla scuola media inferiore anche se sono già attive sperimentazioni. Il ministro giustifica questa scelta con il fatto che alle elementari si studia già una lingua ma un'ora di Inglese studiata alle elementari non ha lo stesso valore di un'ora alle medie. Inoltre, la somma complessiva delle ore risulterebbe ugualmente inferiore. Per quanto riguarda i numeri è emerso da uno studio che ogni alunno della scuola statale ha a disposizione 118 euro contro i 775 di quelli privati. La voce innovazione tecnologica e dotazioni dell'informazione ha subito un taglio del 30%. Per attuare la riforma Moratti erano previsti 8.000 milioni di euro, la finanziaria ne ha stanziato soltanto 90 milioni. Non è escluso che possano essere effettuate clamorose forme di protesta quale l'occupazione simbolica delle scuole al fine di discutere con gli studenti e le famiglie il problema. Al dibattito sono intervenuti Carmen Menchini, consigliera comunale dei Ds, Massimo Zanetti presidente della consulta provinciale studenti, Nicola Nicolai della Sinistra giovanile per l'università di Pisa, Patrizia Della Giovampaola insegnate scuola elementare, Paolo Innocenti presidente del comitato "Genitori di Ronchi", Alberto Bardi presidente Cidi, Fabrizio Rocca segretario provinciale Cgil scuola, l'onorevole Elena Cordoni e Luciano Bartoli della segreteria regionale Ds.
Massimo G. Pighini


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