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Muovetevi bambini

Scuola: la sperimentazione. A Bologna e in Veneto nascono le "pause attive" durante le lezioni Al via delle maestre gli alunni si alzano in piedi, salgono sulle sedie, corrono

20/03/2019
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la Repubblica

Ilaria Venturi

 La maestra li fa alzare, i banchi rimangono al loro posto. Pronti-via, ed è tutto un volare in aria e rincorrere di palline colorate da una parte all'altra dall'aula. Altre volte si imita il cavallo, andando a galoppo sulla sedia, ci si lancia una palla contando in inglese, si fa la danza delle mani: parte la musica di Vivaldi e si tiene il ritmo muovendo le dita. Nella terza B della primaria di Castello di Serravalle, un borgo medievale sulle colline della Valsamoggia in provincia di Bologna, si sperimentano le pause-attive.

Ci si muove in classe. Non è l'ora di educazione fisica, nemmeno l'intervallo, ma qualcosa in più, fuori programma. Le insegnanti interrompono due-tre volte al giorno le lezioni, dieci minuti appena, per far muovere i bambini. Motivo? Non si muovono più: è l'allarme degli esperti. E non bastano lo sport praticato al pomeriggio e l'ora di educazione fisica a scuola che il ministro Bussetti vuole portare a due alla primaria con l'assunzione di 12mila insegnanti specializzati.

Due ragazzini su tre arrivano alle medie che non sanno fare nemmeno la capovolta. Un'emergenza che preoccupa perché ha tra le conseguenze l'eccesso di peso che raggiunge il 34% tra i 6 e i 10 anni. Ed è per questo che i pedagogisti e i docenti di Scienze motorie dell'università di Bologna hanno avviato il progetto della ginnastica a costo e a chilometro zero.

"I bambini sono sempre più sedentari, ormai è una realtà e questo ci preoccupa molto: hanno perso i cortili dove correre, la tv e la playstation hanno sostituito il rubabandiera e complici sono anche genitori iperprotettivi che hanno paura che si facciano male" commenta il pedagogista Andrea Ceciliani.

Le colleghe Stefania Toselli e Laura Dall'Olio aggiungono: "Il nostro studio è partito da un mese e mezzo. Ma quello che abbiamo già visto è che se sono più attivi hanno anche risultati migliori nei test cognitivi". Il modello sarà esteso in una primaria a Rimini: qui gli alunni faranno mezz'ora di movimento libero ogni mattina prima di sedersi tra i banchi. In Veneto sono una ventina gli istituti, tra Treviso, Belluno, Padova e Venezia, dove sono state introdotte le micro-pause e pure le lezioni in cui non si sta fermi: si ripassano le tabelline saltellando, per dire. Un progetto nato dal basso, si chiama "Moving school", che ha coinvolto in due anni tremila alunni e che ora reclama un riconoscimento.

"Quando facciamo i test lo vediamo: i bimbi hanno perso in equilbrio, forza nelle braccia, flessibilità. Più di dieci secondi su un piede solo non riesce a starci quasi nessuno. La nostra proposta è che il moto spontaneo e il gioco libero, che vengono rima dello sport, siano possibili a scuola ogni giorno.

L'obiettivo è creare un modello che porti a identificare un istituto come scuola in movimento" immagina Raffaela Mulato, insegnante e urbanista, promotrice di Moving School, autrice con Stephan Riegger del libro Maestra facciamo una pausa?. I vantaggi sono in salute e soprattutto nell'apprendimento. Le maestre della terza B Giuliana Sapori e Giulia Bartolini all'inizio erano preoccupate, ma poi chi li calma? "Invece dopo dieci minuti te li ritrovi fermi e molto più concentrati".

In età scolare i bimbi dovrebbero muoversi almeno un'ora al giorno, raccomanda l'Oms. "In prima elementare dalle due alle tre ore, possibilmente correndo, invece tanti non superano i 30 minuti al giorno - insiste il pedagogista Daniele Novara - I processi di apprendimento sono legati alla funzione motoria.
L'idea che un bambino debba stare fermo e ascoltare per imparare è sbagliata, non ha nulla di pedagogico".


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