Moratti: un nuovo patto sociale con le famiglie
L'Avvenire Moratti: un nuovo patto sociale con le famiglie Milano. (A.Pic.) Scuola e famiglia alleate contro il disagio giovanile. Dall'Assemblea internazionale sulla droga Raibow, in corso a S...
L'Avvenire
Moratti: un nuovo patto sociale con le famiglie
Milano. (A.Pic.) Scuola e famiglia alleate contro il disagio giovanile. Dall'Assemblea internazionale sulla droga Raibow, in corso a San Patrignano, il ministro dell'Istruzione Letizia Moratti indica la necessità di "formare le identità giovanili sui valori della vita umana, del rispetto delle diversità, della solidarietà". "Serve un nuovo patto sociale - ha detto - perché la scuola possa affiancarsi alla famiglia, raccogliere la sfida dell'indebolimento dell'istituzione familiare e dotandosi di programmi educativi e formativi mirati alla crescita della persona". E "la scuola può contribuire a creare una rete territoriale per lo sviluppo e la formazione dei ragazzi, a supporto delle famiglie e delle agenzie educative, come in altri paesi". Ha quindi annunciato l'adesione al progetto "Enjoy" presentato a San Patrignano, per il sostegno e la formazione dei ragazzi tra 13 e 18 anni. "La missione educativa della scuola non deve più essere distribuire opuscoli che insegnano ai ragazzi come drogarsi. Dobbiamo aiutarli a formare la propria personalità, non a drogarsi meglio", ha chiosato la titolare dell'Istruzione.
Sulle politiche per i giovani interviene anche un'altra esponente del governo: "Chi mi ha preceduto sulle politiche giovanili non ha fatto abbastanza", ha detto Grazia Sestini, Sottosegretario al Lavoro, durante la tavola rotonda di "Bambini con le chiavi in tasca". "Ci si è occupati di anziani, infanzia ed handicap - ha spiegato -, ma poco di gioventù, credo per un senso di smarrimento perché, paradossalmente, può sembrare più facile occuparsi di un bambino rispetto a chi comincia ad avere un senso di sé e pone agli adulti domande sul senso della vita". A suo avviso "le politiche europee hanno preteso di affrontare le problematiche dei giovani fuori dal contesto familiare, sulla spinta dei Paesi del Nord. Oggi invece si sta repentinamente tornando indietro, anche per problemi economici. Ma ben vengano questi se servono a rimettere in discussione un principio inaccettabile".
Il ministro delle Attività produttive Antonio Marzano è invece intervenuto su un altro delicato aspetto delle politiche familiari. il 30% dei manager donna rinuncia alla maternità "per la carriera", ha detto intervenendo a un convegno della Fondazione Bellisario. "È un costo troppo alto", ha aggiunto. Il ministro, che ha anche ricordato come in Italia gli stipendi delle donne sono inferiori del 36% rispetto gli uomini, ha auspicato: "Vorrei potessero essere dirigenti e madri insieme". A suo avviso sarebbe possibile con "un'organizzazione diversa della società. La vita di una donna dovrebbe essere seguita di più con i servizi alla famiglia, senza i quali la vita è più complicata".