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Monti. Le tredicesime non si toccano e grida all’allarmismo. Ma perché la smentita arriva così tardi?

Il ministro diserta l’incontro con i sindacati del settore pubblico. E’ sciopero

26/07/2012
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Dazebao.org

Alessandro Cardulli

 

Il governo fa l’ indignato e parla di “ allarmismo sociale” a proposito del blocco delle tredicesime dei pubblici dipendenti e di parte dei pensionati di cui aveva parlato la Confesercenti raccogliendo “ troppe voci e troppo insistenti”.

Subito Carla Cantone, segretario generale dello Spi Cgil aveva annunciato la mobilitazione dei pensionati chiedendo, come aveva fatto l’organizzazione dei commercianti, una immediata smentita da parte del governo. Ma ciò non era avvenuto. Solo dichiarazioni sibilline da parte di ministri . “ L’abbiamo letto sulle agenzie”, dicevano esponenti del governo. Ci sono volute più di 24 ore per una presa ufficiale di Palazzo Chigi, in cui si afferma che “ le tredicesime non si toccano”. Il ritardo nella smentita e il segno che qualcosa non girava nel senso giusto e che le “ troppe e insistenti voci” non erano una invenzione e neppure un “dannoso allarme sociale- come recita la nota di Palazzo Chigi- che rischia di causare un duplice danno sia per l’organizzazione che ha diffuso questa ipotesi in quanto si rischierebbe un possibile blocco dei consumi sia per la tenuta dell’economia”. Davvero singolare questa “nota”, un nuovo segno del fastidio che prova il premier nei confronti delle forze sociali. Invece di bacchettare chi, come Confesercenti e lo Spi hanno fatto solo il loro dovere. Le notizie erano circolate, forse chi le ha messe in giro aveva interesse a capire le reazioni che avrebbero suscitato. Non sarebbe la prima volta che ciò avviene. Risponde per le rime Carla Cantone:”Prendiamo positivamente atto della smentita di Palazzo Chigi in merito al blocco delle tredicesime. Il governo però –afferma il segretario generale dello Spi Cgil-è bene che sappia che l’allarmismo sociale viene solo ed esclusivamente dalle scelte che ha operato fino ad oggi, che sono state tutte a carico dei soliti noti e mai rivolte verso le grandi rendite, i privilegi e gli sprechi.”

Il ministro diserta l’incontro con i sindacati del settore pubblico. E’ sciopero

Monti, con seguito di Fornero, ha fatto scuola nelle sue “ difficoltà” di rapporto con i sindacati. E’ accaduto infatti che il ministro Patroni Griffi non si è presentato all’incontro con i sindacati dove si doveva discutere sulle conseguenze della spending review sul settore pubblico. Il ministro ha lasciato la patata bollente ai funzionari. La Cgil a partire dallo sciopero generale delle categorie del lavoro pubblico già previsto d’intesa con la Uil alla fine di settembre “ valuterà la predisposizione di un calendario di iniziative di mobilitazione sul quale verificare la disponibilità degli altri sindacati”. E’ quanto hanno dichiarato il segretario confederale della Cgil,Nicola Nicolosi, i segretari generali della Funzione pubblica ,Rossana Dettori e della Federazione della conoscenza, Domenico Pantaleo” che hanno espresso “tutta la propria contrarietà “ ricordando che sul tavolo del confronto c'è l'applicazione dell'accordo del 3 maggio scorso, ad oggi del tutto congelato” e ha osservato che “per le implicazioni e le scelte che deve compiere, il tavolo deve essere politico, nel quale il Ministero deve essere presente al massimo livello di autorevolezza, per provare a costruire le condizioni che portino a modifiche dell'impostazione della Spending Review”. I dirigenti sindacali sottolineano che l’assenza del ministro “costituisce oggettivamente una mortificazione delle relazioni sindacali, e che il tavolo, in questa formazione, non ha ragione di essere”. La Cisl, prima di decidere le forme della mobilitazione attende di decidere definitivamente una nuova convocazione da parte del ministri che dovrebbe aver luogo lunedì. La Cgil fa notare che lunedì prossimo Infine, sull'ipotesi di una nuova convocazione per lunedì, la CGIL esprime “un giudizio profondamente negativo su tale iter, visto che lunedì prossimo la Spending Review sarà già stata votata dal Senato, “senza la possibilità di un confronto preventivo con i sindacati e senza che si sia potuto discutere dell'applicazione dell'accordo del 3 maggio”.

Bersani: riaprire i tavoli con i soggetti interessati

In commissione Bilancio del Senato i lavori vanno avanti con la discussione degli emendamenti. Proprio sul rapporto con le forze sociali, gli enti locali, interviene il segretario del Pd, Pierluigi Bersani. "Contiamo che su un paio di punti- afferma- ci sia una riflessione molto attenta. Così non va bene. Risparmiare si può, ma non così. Tenendo i saldi, perché non siamo agit prop, ma un partito di governo ma, riaprendo i tavoli con i soggetti interessati". Con i sindacati che domani giovedì manifesteranno ancora una volta perché sia dia soluzione per tutti gli esodati . Resta fortemente critico il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, che denuncia un taglio così pesante alla sanità da non rendere sostenibile e possibile il patto per la salute". I sindaci dopo la manifestazione di ieri restano sul piede di guerra. I famacisti daranno luogo ad una serrata nella giornata di domani. E mentre le Province e i presidi insistono sui rischi per l’apertura delle scuole. Il ministro Profumo ribadisce che il “nuovo anno non è a rischio”. Più che un impegno è un auspicio. non sostenuto da alcun fatto concreto. Per quanto riguarda gli emendamenti i relatori Paolo Giarretta ( Pd) e Gilberto Pichetto (Pdl) hanno detto che gli emendamenti riguardano innanzitutto "le società degli Enti locali e sulla materia culturale e socio-ambientale è possibile costituire una società pubblica". Emendamenti riguardano le città metropolitane e le Unioni dei comuni. Previsto anche un altro emendamento riguardante le società pubbliche in house. Per la soppressione delle Province il governo si oppone a qualsiasi emendamento. Fra i cambiamenti da segnalare che salterà l'obbligo per Regioni, Province e Comuni di sopprimere o accorpare i propri enti ed agenzie, a patto che risparmino il 20% sui costi di gestione, e passerà dal 10 al 20% il risparmio imposto alle prefetture per l'esercizio unitario delle funzioni logistiche e strumentali di tutte le strutture periferiche dello Stato.

 

 


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