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Miseria e Mobilità

di Pippo Frisone

10/12/2015
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ScuolaOggi

Continua a viale Trastevere il confronto-scontro tra OO.SS. e  Miur sulla mobilità ordinaria e straordinaria del 2016/17.  Sul tavolo negoziale l’interpretazione delle norme della L.107 che istituiscono i cosiddetti Ambiti Territoriali. I dirigenti del ministero sono determinati a realizzarli coi prossimi trasferimenti del 2016/17 mentre i sindacati, nell’evidenziare forti dubbi di costituzionalità, connessi alla chiamata diretta da parte dei DS,  ne chiedono il rinvio.

Tutto pronto o quasi sui criteri decisi unilateralmente dall’Amministrazione. In diversi casi gli ambiti territoriali coincidono con le vecchie province, eccezion fatta per le aree metropolitane . 

Si prevedono 380 ambiti territoriali su tutto il territorio nazionale. Tra i criteri principali  cui dovranno attenersi i Direttori Regionali, competenti per la loro costituzione, ci sono la delimitazione provinciale nell’ambito della stessa regione, la popolazione scolastica con non meno di 22mila nelle zone montane  e fino a 60mila nelle aree metropolitane, la presenza di istituti del primo ciclo e del secondo ciclo all’interno dello stesso ambito. Il Miur ha informato le OO.SS. sulle seguenti ulteriori intenzioni :

a)      Cadenza annuale della mobilità

b)     Mobilità distinta in tre fasi di cui:

-          la I° fase in ambito provinciale sarebbe destinata ai docenti neoassunti nelle fasi ZERO e A) per l’acquisizione della titolarità d’istituto

-          la II° fase coincide col piano straordinario di mobilità, destinato a tutti i docenti assunti entro l’as.2014/15 i quali partecipano su tutti  gli ambiti territoriali a livello nazionale

-          III° fase, assegnazione della titolarità nell’ambito territoriale ai docenti neo-immessi in ruolo nelle fasi B) e C)

Ed inoltre, costituzione di ruoli regionali per tutti i docenti e non più provinciali, blocco triennale verso altre province per tutti i neoassunti, rientro per tutti i soprannumerari nell’ottennio non più nella ex scuola di titolarità bensì nell’ambito territoriale dove ha sede la scuola, richiesta al Parlamento d’un emendamento nel decreto milleproroghe che preveda il ripristino delle assegnazioni provvisorie per il 2016/17.

E’ uno scenario con poche luci e molte ombre, peggiorativo in alcuni casi delle stesse norme contenute nella legge 107, foriero di contenzioso seriale che già affondava le radici nelle numerose contraddizioni contenute nella stessa legge. Non basta dare la precedenza anche nella mobilità ai vincitori di concorso rispetto alle GAE, come già avvenuto al momento delle assunzioni, per valorizzare il merito rispetto all’anzianità. L’aver voluto separare le assunzioni in quattro fasi, quando si poteva benissimo attestarsi su due, riunificando fase zero e fase A) da un lato e fase B) con fase C) dall’altro,  ha finito col premiare nella fase nazionale i docenti della fase c)  e quindi quelli con minor punteggio , risultati nella maggior parte dei casi soddisfatti nelle province di appartenenza rispetto ai colleghi della fase B) nonostante i punteggi più alti di questi ultimi. Oltre al nodo della chiamata diretta , sullo sfondo c’è la valutazione del merito degli insegnanti, i superpoteri concessi ai dirigenti scolastici e la miseria di 5 euro netti destinati al rinnovo contrattuale. Su tutto e su tutti aleggia la politica governativa della Buona Scuola.  Bastone e carota.              Tra Bonus, mancette e l’illusione di trasferirsi sotto casa, molta miseria e poca nobiltà. Alla mobilità il compito di chiudere il cerchio della Buona Scuola : trasferire gradualmente la titolarità dei docenti dai singoli istituti e portarla a livello di ambito territoriale, consegnando i docenti con gli incarichi triennali revocabili  alla mercè dei dirigenti scolastici.

Con buona pace dell’autonomia professionale e della libertà d’insegnamento, sancita dalla nostra Carta Costituzionale.


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