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Ministero, ripensaci

Il Consiglio di Stato ha esaminato il Regolamento sul sistema di valutazione. Con forti critiche

04/02/2013
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da LEFT AVVENIMENTI

di Giuseppe Benedetti

Sono stati resi noti i gravi rilievi del Consiglio di Stato allo schema di Regolamento predisposto dal Consiglio dei ministri sul sistema nazionale di valutazione. Le critiche dell'organo consultivo confermano quanto nelle scuole italiane si denuncia da tempo: l'Istituto nazionale per la valutazione del sistema scolastico (Invalsi) è un corpo estraneo introdotto a forza nei percorsi scolastici senza possibilità di migliorarne la qualità, dal momento che questo non è neanche un chiaro obiettivo dell'Istituto. Una delle osservazioni critiche più pesanti riguarda la fumosità sulle attività e sui procedimenti di valutazione che pervade il Regolamento, redatto essenzialmente, secondo il Consiglio di Stato, per disciplinare l'apparato del sistema di valutazione e la sua articolazione. Insomma, il Regolamento sul sistema nazionale di valutazione fornisce più di un indizio per sospettare che ci troviamo di fronte a un tipico caso di autoriproduzione della classe dirigente, ma tanto più grave e paradossale di casi analoghi perché qui la generazione dell'ennesimo ente da una costola della politica vorrebbe legittimarsi sull'idea del merito. In concreto, quindi, al ministero non interessa trovare un buon procedimento di valutazione, ma tenere in piedi un apparato nominalmente dedicato alla valutazione del sistema scolastico. Un altro rilievo di notevole importanza riguarda i rapporti tra il ministero dell'istruzione, università e ricerca (Miur) e l'Invalsi, che il regolamento in questione non chiarisce. Ci si chiede, pertanto, fin dove è previsto che si estenda l'autonomia scientifica dell'Istituto, che, recita il regolamento, si limita a "tener conto" della direttiva triennale del ministero sulle priorità strategiche della valutazione del sistema educativo, e che sceglie e forma gli esperti che dovranno comporre i nuclei di valutazione esterna. Secondo i giudici del Consiglio di Stato il Miur appare, in un ambito strategico rilevantissimo, quello della valutazione, eccessivamente emarginato rispetto all'Invalsi. Un altro appunto particolarmente grave riguarda la funzione ispettiva, la cui riorganizzazione, prevista dalla legge, è ignorata dal regolamento. E questo è solo uno dei casi in cui lo schema di regolamento non è coerente con la legge di riferimento, cioè il decreto legge 225/10, convertito, con modificazioni, nella legge 10/11. Il corpo ispettivo, uno dei pilastri portanti su cui si regge il sistema nazionale di valutazione, a cui è pure riconosciuta piena autonomia e indipendenza, nel regolamento appare fortemente ridimensionato, tanto da essere definito "contingente ispettivo". Il Consiglio di Stato chiede anche al Miur di stabilire in che cosa consista «concretamente» il supporto dell'Invalsi alle singole scuole e di riconsiderare il ruolo dell'Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa (Indire), una delle tre gambe del sistema secondo la legge, ma ridotto dal Regolamento ad un ruolo molto marginale nel procedimento divalutazione. Il p arere del Consiglio di Stato pullula di inviti a «chiarire», «precisare meglio», «distinguere in modo più netto», «delineare in modo più preciso» e «indicare puntualmente» non aspetti marginali, ma questioni essenziali della materia, come gli obiettivi generali del sistema e le sue finalità, la sua articolazione strutturale e le fasi temporali in cui si scandisce l'attività di valutazione. Tante volte abbiamo dovuto constatare che l'unica funzione certa dell'Invalsi è quella di incitare la grancassa dei media per scatenare l'opinione pubblica contro i docenti e regalare all'amministrazione un pretesto per togliere alla scuola risorse vitali. Valutazione e merito restano "buone idee" da agenda politica pre elettorale. joeben61@libero.it


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