Mifesto-Appello degli intellettuali contro le leggi Moratti

Appello degli intellettuali contro le leggi Moratti
All'invito di Edoardo Sanguineti hanno già aderito 70 personalità: il 15 in piazza per difendere la scuola
CINZIA GUBBINI
ROMA
Scendono in campo anche gli intellettuali italiani per chiedere che le riforme sulla scuola e sull'università vengano fermate. Già settanta personalità hanno sottoscritto un appello in cui senza mezza termini si mette in guardia dai rischi contenuti nel modello di formazione proposto dal centrodestra: "un paese più ignorante e più diviso", che svuota "il sistema pubblico di educazione e formazione nel nostro paese". Per questo "al di là di ogni eventuale differenza nelle nostre opinioni politiche" i firmatari aderiscono alla manifestazione nazionale del 15 maggio a Roma (partenza alle 14 da piazza dellla Repubblica) lanciata dai Coordinamenti per la difesa del tempo pieno e poi estesasi anche all'università.

La prima firma è di Edoardo Sanguineti che invita gli intellettuali alla mobilitazione: "Penso che tutti gli intellettuali democratici dovrebbero mobilitarsi con i lavoratori della scuola, con gli studenti con le famiglie per recuperare radicalmente la sua funzione civile e la sua laicità". Sanguineti ricorda che la scuola era già stata "insediata" dalle riforme del centrosinistra, ma ora il rischio è che la scuola venga piegata a "interessi molto particolari come dimostra l'insieme di concessioni di cui è stata gratificata la scuola privata e i gravi compromessi compiuti con ideologie di chiaro integralismo".

Seguono moltissime adesioni, tra cui spiccano i nomi dei registi Gillo Pontecorvo e Citto Maselli, Carlo Lizzani, Mario Monicelli, Ettore Scola, Francesca Comencini, Daniele Vicari e molti altri, alcuni attori come Toni Servillo, Anna Bonaiuto e Leo Gullotta, ma soprattutto molti esponenti del mondo universitario: da Clara Gallini, Marcello Cini, Benedetto Vertecchi della Sapienza a Stefano Boero dell'università di Genova. E poi l'astronauta Umberto Guidoni, la giornalista Luciana Castellina; oltre alle decine di associazioni. Ha aderito anche l'astrofisica Margherita Hack, che alla sua firma ha voluto aggiungere un'esortazione a "ribellarsi a questo stato di cose", a un "fascismo subdolo, più pericoloso del fascismo perché mentre manganelli e l'olio di ricino facevano male, la televisione addormenta le coscienze. Non c'è mai stato dal dopoguerra a oggi governo meno rispettoso della libertà e della costituzione di questo che si fregia del nome Casa delle libertà".

La decisione di indire una nuova manifestazione nazionale (con annesso sciopero indetto dai Cobas) per chiedere l'abrogazione della riforma Moratti e il ritiro del primo decreto attuativo, sembra arrivi al momento giusto. Anche perché - segno positivo - in giro si sente già parlare del dopo. Ieri in una lettera all'Unità la responsabile scuola di Rifondazione, Loredana Fraleone, ammoniva i Ds dalla volontà di non prendere sul serio la richiesta di "abrogazione", che invece è una parola d'ordine di tutte le associazioni e i comitati che hanno promosso la manifestazione del 15. "Certo che abrogazione è una parola d'ordine, ma bisogna stare attenti a non fare schieramenti - ha ribattuto ieri Alba Sasso, del correntone Ds - cominciamo anche a metterci d'accordo su tre o quattro punti che vorremmo proporre a un eventuale prossimo governo".