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Messaggero-Urbino-Legge speciale per l'Università Senato accademico in allarme

Legge speciale per l'Università Senato accademico in allarme di MAURO BERNARDINI URBINO L'eterna attesa per una soluzione strutturale ai problemi finanziari dell'Università di Ur...

05/06/2005
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Il Messaggero

Legge speciale per l'Università Senato accademico in allarme
di MAURO BERNARDINI

URBINO L'eterna attesa per una soluzione strutturale ai problemi finanziari dell'Università di Urbino non consente di avere una visione troppo ottimistica del suo futuro e di conseguenza di quello dell'intera città. Un futuro di incertezza si è nuovamente prospettato, infatti, soprattutto dopo le dichiarazioni fatte dal ministro Moratti in diretta Tv, in cui ha parlato di Università specializzata che fa pensare ad un suo ridimensionamento.
Intanto, ieri mattina, il Senato accademico si è riunito per la prima volta dopo che il rettore aveva incontrato i vertici del Ministero che lo avevano appositamente convocato. Il rettore Giovanni Bogliolo nel corso della seduta ha riferito dell'ipotesi allo studio di un contributo per l'Ateneo di Urbino da ottenere attraverso una legge speciale. Un provvedimento tampone che dovrebbe prevedere uno stanziamento di 20 milioni di euro all'anno per il biennio 2005-2006. L'ipotesi annunciata dai vertici del Ministero verrà presentata entro la metà di giugno alle autorità accademiche (rettore dell'Università di Urbino) e alle autorità pubbliche (presidente della Regione Marche, presidente della Provincia di Pesaro e Urbino e sindaco di Urbino). E, proprio in previsione dell'incontro annunciato dal Ministero, che il Senato accademico si è soffermato a lungo a discutere. Dall'analisi è emersa una situazione confusa e in evoluzione. L'unica proposta sul tappeto è infatti la legge speciale: una proposta ponte che già il vice ministro Possa aveva definito tampone. La Legge speciale non permette infatti alla "Carlo Bo" di programmare il suo sviluppo e pertanto di competere con le altre Università. Ma il problema, stando così le cose, potrebbe invece riguardare un suo ridimensionamento con tutte le conseguenze economiche che inevitabilmente ricadrebbero sulla città. Oltre ai tagli che sono stati operati, si parla già di un possibile processo di riorganizzazione tra facoltà affini. Il criterio potrebbe essere applicato tra Scienze e Scienze Ambientali; Giurisprudenza e Scienze Politiche. Ciò consentirebbe di ridurre spese di incarichi di supplenza e facilitare l'organizzazione interna. Ma intanto il Senato accademico, in una delibera, ha demandato al rettore la conduzione delle trattative con gli organi del Ministero, salvaguardando tutte quelle che sono le prerogative dell'Ateneo e gli atti che sono già stati avviati. In sostanza, l'Organo di governo dell'Ateneo chiede con forza che il provvedimento diventi strutturale. Nel contempo è stata ribadita tutta la disponibilità, anche attraverso consulenti interni, a lavorare assieme, nel rispetto dell'autonomia dell'Ateneo, in un progetto che permetta alla "Carlo Bo" di disporre di "una congrua quantità di risorse finanziarie così da assicurare non solo il suo mantenimento dei livelli qualitativi dei servizi resi, ma anche il conseguimento di un ragionevole sviluppo". Il riferimento, chiaramente, è alla risoluzione che unanimemente è stata votata dal Parlamento nella seduta del 6 aprile scorso.


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