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Messaggero-"Università, carriere impossibili"

Il dibattito sulla riforma/Perplessità su alcuni punti del disegno di legge delega del governo "Università, carriere impossibili" La protesta dei ricercatori: si rischia una continua "pr...

01/02/2004
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Il Messaggero

Il dibattito sulla riforma/Perplessità su alcuni punti del disegno di legge delega del governo
"Università, carriere impossibili"
La protesta dei ricercatori: si rischia una continua "precarizzazione"
di LUIGI PASQUINELLI

ROMA Il malcontento di docenti e ricercatori non si placa. Fabio Roversi Monaco, ex rettore dell'università di Bologna e consigliere, insieme ad altri dodici colleghi, del ministro Moratti sulla riforma dello stato giuridico dei docenti e sui meccanismi di accesso alla professione universitaria, aveva sottolineato che il contestato disegno di legge delega proposto dal governo verrà modificato in alcuni punti. In particolare aveva garantito che verrà eliminato il riferimento ai contratti di collaborazione continuativa, i cosiddetti cococo, per i nuovi ricercatori. "Il punto non sono i cococo replica Maurizio Trebbi, presidente del coordinamento dei ricercatori universitari della Sapienza ma la precarizzazione. Non si chiameranno cococo ma sempre precari saranno i nuovi contratti, la sostanza non cambia".
C'è un punto del disegno di legge delega che suscita tra i professori universitari non solo opposizione ma anche sconcerto. "La precarizzazione a singhiozzo", la definisce Marco Merafina che rappresenta i ricercatori nel consiglio d'amministrazione della Sapienza. "Secondo il progetto di legge dice io, nuovo ricercatore, faccio la mia brava gavetta con i contratti a termine. Poi, poniamo che entri all'università a tempo indeterminato. Se voglio fare carriera, e diventare professore associato, devo rinunciare al contratto definitivo che ho conquistato, rimettermi in una condizione di precariato per altri tre anni più tre e, se tutto va bene, vengo riassunto a tempo definitivo in veste di associato. Ma se voglio diventare ordinario la storia si ripete, daccapo. Confondono l'accesso alla carriera con avanzamento nella carriera".
Il professor Roversi Monaco suggeriva anche un "paracadute" per gli esclusi dai meccanismi di selezione universitaria in modo che possano essere dirottati in altri settori delle pubbliche amministrazioni. "Le leggi attuali sottolinea Antonio Marsilia, segretario del settore universitario della Cisl non consentono tali travasi. Se un docente universitario fosse giudicato, a un certo punto, non idoneo, non potrebbe improvvisarsi dirigente di un ministero dove si entra solo per concorso. Certi automatismi non sono previsti". Molte perplessità, per usare un eufemismo, anche da parte dei vertici del sistema accademico. "Non si può cacciare un professore dopo che ha lavorato tanti anni all'interno di una struttura superando concorsi e valutazioni", dice il rettore di Roma Tre Guido Fabiani. "Il governo dovrebbe risolvere tre questioni fondamentali: meccanismi di accesso, il sistema delle valutazioni, la copertura finanziaria. Sarebbe bello poter partecipare anche noi all'elaborazione della riforma. Quando sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale temo che sarà un po' troppo tardi".


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