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Messaggero-Una girandola di cambiamenti,continuiamo a vivere sotto stress

Una girandola di cambiamenti,continuiamo a vivere sotto stress di GIORGIO REMBADO* LA RIPRESA dell'attività didattica ad ogni inizio di anno scolastico è sempre stata caratterizzata da una co...

04/08/2002
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Il Messaggero

Una girandola di cambiamenti,continuiamo a vivere sotto stress

di GIORGIO REMBADO*
LA RIPRESA dell'attività didattica ad ogni inizio di anno scolastico è sempre stata caratterizzata da una considerevole turbolenza e da ritardi nelle assunzioni del personale a tempo determinato, che non hanno mai consentito di garantire il regolare avvio delle lezioni. Ciò è il frutto di un'impostazione tradizionale, legata alla struttura centralistica dell'apparato ministeriale, che ha perpetuato una irrazionale separazione tra la amministrazione e la gestione del personale o, per dirla in termini ancora più espliciti, tra la competenza all'assunzione e la responsabilità della organizzazione del servizio, attribuendo la prima ad un livello provinciale esterno all'istituto scolastico e la seconda a quello interno. Ne sono seguite inefficienze, sostituzioni di più insegnanti in corso d'anno sulla stessa cattedra, contenzioso che non poche difficoltà e problemi hanno prodotto a discapito della qualità del servizio e della serenità degli operatori. Ad inconvenienti siffatti si è cercato di trovare una soluzione l'anno scorso con una legge (la n. 333) che introdusse un discrimine temporale tra la competenza degli uffici scolastici provinciali e quella delle scuole in materia di conferimento delle supplenze annuali, un termine - per quest'anno fissato al 31 luglio - superato il quale le operazioni di nomina passavano dalla struttura periferica del Ministero a quella scolastica. Un tale intervento è da considerare un primo passo nella direzione giusta, quella cioè del definitivo trasferimento della competenza alle scuole autonome. Intanto ha innescato un meccanismo competitivo dentro all'amministrazione, che ha prodotto il risultato di accelerare le operazioni di nomina da parte degli uffici scolastici provinciali.
Al prossimo settembre poi si scaricheranno le incombenze per le sperimentazioni di cui in questi giorni tanto si parla a proposito dell'anticipo della riforma non ancora approvata neppure in prima lettura alle Camere. Il che comporta un duplice ordine di problemi per chi, come noi, non è pregiudizialmente ostile all'istituto della sperimentazione. Il primo, di carattere più generale, si riferisce alla necessità che modalità e contenuti dell'intervento debbano essere progettati e decisi da parte delle scuole. E ciò non solo per un formale ossequio alla loro autonomia, di recente richiamata in una norma costituzionale, ma per il fatto che solo i diretti operatori possono conoscere la domanda reale di scuola da parte delle famiglie e la possibilità di poterla soddisfare. Né ci scandalizza il fatto che si possano dare risposte differenziate da scuola a scuola, perché ciò che più conta è che le innovazioni possano essere introdotte laddove esistono le condizioni per potervi far fronte in modo efficace.
C'è poi un secondo ordine di problemi, di natura più strettamente organizzativa, quello di poter avviare una programmazione in tempi ragionevolmente adeguati sia per la fase di maturazione delle decisioni che per la predisposizione delle strutture e delle competenze decisionali. Anche in questo caso il pericolo è quello di sottoporre il sistema ad uno stress che faccia vivere in una continua emergenza. La scuola ha ora bisogno di tornare ad una situazione che le permetta di metabolizzare il cambiamento, per consolidarlo e per acquisire piena consapevolezza della sua funzione, che è quella di una organizzazione che apprende in primo luogo dalla propria esperienza
Presidente dell'Associazione nazionale presidi


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