Messaggero-Troppi privatisti, stop agli esamifici
Relazione al Parlamento. Nel mirino gli "ottisti" , sono i candidati con 8 in tutte le materie: chiedono di fare il "salto" "Troppi privatisti, stop agli esamifici" Maturità, la Mora...
Relazione al Parlamento. Nel mirino gli "ottisti" , sono i candidati con 8 in tutte le materie: chiedono di fare il "salto"
"Troppi privatisti, stop agli esamifici"
Maturità, la Moratti annuncia un giro di vite: più controlli sulle scuole paritarie
di ANNA MARIA SERSALE
ROMA - Si entra, si paga, e, salvo imprevisti, si torna a casa con il diploma di maturità in tasca, spendibile quanto un titolo ottenuto in una scuola statale o in una scuola paritaria seria. Giugno è alle porte e nei "diplomifici" sono iniziate le grandi manovre per assicurare agli iscritti il pezzo di carta . Ci sono alunni-asini che in passato hanno perfino ottenuto 60/sessantesimi, comodo lasciapassare per superare concorsi (soprattutto quelli per soli titoli). I "diplomifici" sono la degenerazione della scuola, un male tutto italiano che non ha riscontro in altri Paesi. I sindacati lo denunciano da anni e la Cgil l'anno scorso ha fatto una campagna. Ma ora è in arrivo un giro di vite. Lo annuncia il ministro dell'Istruzione Letizia Moratti nella relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della legge sulla parità scolastica (n.62 del 2000).
Il ministro ha deciso di mettere un freno ai diplomi facili. Come? Verificando il numero di privatisti che si iscrivono poco prima della maturità (gli esterni non devono superare il 50% degli interni, legge 425 del '97, ndr)). Nel corposo rendiconto (una sessantina di pagine), la Moratti afferma che "il riconoscimento del carattere pubblico del servizio reso dalla scuola paritaria richiede l'attivazione di forme di vigilanza e di controllo". E per questo motivo l'amministrazione centrale ha promosso iniziative per intervenire su "storiche anomalie e irregolarità riscontrate in istituzioni scolastiche non statali".
Sul banco degli imputati sono finiti gli "ottisti" e le "iscrizioni a piramide rovesciata". Di che cosa parliamo? Gli "ottisti" sono candidati che, riportando miracolosamente "otto" in tutte le materie dello scrutinio finale (per la promozione dal quarto al quinto anno) chiedono di essere ammessi a sostenere l'esame di Stato "per merito". Esiste una legge, infatti, che per dare un riconoscimento ai più bravi e accorciare il loro percorso di studi, prevede il "salto" del quinto anno e l'immediato accesso all'esame di maturità. Sfruttando questa chance certi privati disonesti speculano, con lucrose organizzazioni che "vendono" diplomi a chi nelle pagelle delle statali è abbonato ai 3 e ai 4, ed è in predicato per le bocciature.
Il giro di vite d'altra parte era inevitabile. La Moratti nella relazione al Parlamento sottolinea che è necessario incrementare i fondi alle paritarie, sarebbe stato difficile sostenerlo senza rendere più severi i controlli. Sul delicato tasto dei finanziamenti alle private, il ministro afferma che "occorre porre le condizioni, anche finanziarie, per garantire il diritto degli alunni disabili e svantaggiati ad accedere alle scuole paritarie". Secondo la Moratti, il nuovo strumento del "bonus" alle famiglie (per l'anno 2004 la cifra inserita in bilancio dalla Finanziaria è di 50 milioni di euro), è certamente un passo in questa direzione, ma non basta.
Torniamo agli esami. "È allo studio - si legge nella relazione della Moratti - uno strumento normativo adeguato che riveda i requisiti dei privatisti, introducendo la regolare frequenza del corso di studi e il voto di profitto, otto, in tutte le materie degli ultimi due anni per poter sostenere l'esame". Dunque, sarà un po' meno facile "regalare" gli otto. Se non altro ci vorrà la frequenza e due anni sui banchi. Quanto alla "piramide rovesciata", il ministro fa riferimento a un curioso andamento delle iscrizioni. Gli iscritti alle superiori, gestite da privati, registra un incremento anomalo tra il quarto e il quinto anno: si passa da 11.476 a 25.022. A questo proposito il ministero ha chiesto alle direzioni scolastiche regionali di attuare disposizioni già vigenti, che impediscono di estendere il riconoscimento della "parità" alle classi collaterali, spuntate come funghi all'ultimo momento, senza avere classi che le abbiano precedute.