Messaggero: Test agli studenti per valutare le università
Criteri standard con cui assegnare i fondi e premiare gli atenei meritevoli
Anna Maria Sersale
SUI “PREMI” sono tutti d’accordo. L’università italiana ha ingoiato il boccone amaro e ha capito che l’era dei finanziamenti a pioggia è inesorabilmente archiviata. A luglio dello scorso anno, però, quando è arrivata la lista dei “buoni” e dei “cattivi” la maggior parte degli atenei è insorta. Sono stati contestati i criteri. Così il ministro Mariastella Gelmini ha messo all’opera un suo staff e il Consiglio universitario nazionale. Saranno adottati nuovi parametri. Tra questi il “progress test” per gli studenti. Sarà uno dei più importanti: obbligatorio ogni anno, di livello nazionale, quindi uguale per tutti a seconda del corso di laurea frequentato. «Servirà non a valutare il singolo studente, ma la didattica degli atenei, quindi l’efficacia dei corsi e dell’insegnamento», spiega Andrea Lenzi, presidente del Cun, il Consiglio universitario. «I test permetteranno la valutazione della qualità in modo abbastanza oggettivo - sostiene ancora Lenzi - Le facoltà di medicina, per esempio, li hanno adottati da anni e funzionano». Seguire il percorso accademico degli studenti, dunque, contribuirà a determinare l’eccellenza o meno dei singoli atenei.